Effetto Coronavirus sul mercato dell'arte: le criptovalute dominano le aste

Aste: la criptovaluta entra di prepotenza nel mondo dell'arte insieme a un paesaggio di Churchill e un Van Gogh ritrovato

New York- Complice la pandemia da Covid19 che ha posto i riflettori su tutte le attività economiche online, un terremoto finanziario giunge anche ai più alti piani della torre eburnea dell'arte. È da qualche tempo che le case d'asta sono diventate determinanti nella percezione di questo mondo, sostituendosi a gallerie e rassegne. E' successo soprattutto nell'arco di dieci anni a partire dalla vendita eccezionale dello squalo in formaldeide di Damien Hirst, episodio che ha messo in luce la centralità dell'asta come momento apicale di una strategia di marketing e di creazione di brand di cui si rendono protagonisti più che galleristi e collezionisti, broker e azionisti.  

Nelle aste dello scorso mese sono state  almeno 3 le vendite che fanno sussultare per la loro stranezza. La prima è sicuramente la vendita a 58 milioni di euro di 'Every days: The First 5000 days' di Beeple, al secolo Michael Joseph Winkelmann, un grafico americano classe 1981, creatore di un'immagine computerizzata venduta in chiavetta usb e 'tokenizzata' ossia con password criptata che non è altro che un patchwork di immagini - spesso si tratta di tavole a fumetto dell'attività dell'autore (il suo portfolio), da quanto emerge visitando il sito e il profilo twitter- propagandate come se realizzate una volta  al giorno per 13  anni, il che non è molto originale se non per il fatto che é stata acquistata con criptovaluta, ossia valuta virtuale. Anticipata da una serie di rilanci di almeno 10 tra i maggiori possessori della valuta Ethereum (omologa del Bitcoin), il prezzo di 69 milioni di dollari non è solo un prezzo senza precedenti per un Non Fungible Token (ossia per oggetti elettronici criptati, come immagini o clip), è un prezzo senza precedenti per un artista emergente che riceverà direttamente la cifra, senza intermediazione di galleria, ed è anche in questo caso un record essendo la prima volta che succede, almeno per quanto riguarda Christie's. Per assurdo, le principali opere di giganti della storia dell'arte come Van Gogh e Picasso hanno visto vendite di 'soli'  13  e  16 milioni di euro: in particolare il quadro di Van Gogh che era stato al centro delle cronache giornalistiche dei più importanti quotidiani mondiali per essere frutto di un impensabile ritrovamento, e che è andato all'asta a Parigi da Sotheby's a marzo appare quantomeno brutalizzato dall’exploit di Beeple. Perciò si intravedono numerosi scenari come ad esempio l'arrivo di una nuova bolla speculativa o l'avvento di un numero infinito di opere d'arte elettronica di scarso valore sul mercato, come è successo spesso dopo eventi del genere o ancora con la necessità di attribuzione di un’identità digitale ad opere tradizionali. Ed è del 15 aprile la notizia che oltre 23.500 animazioni di un parallelepipedo rettangolare rotante (altro NFT) creato dall'artista Pak hanno trovato altrettanti acquirenti durante la tre giorni di vendite on line di Sotheby's per 16,8 milioni di dollari tramite la piattaforma niftygateway.com anche queste con possibilità di acquisto con criptovaluta. Quindi un trend -quello dell’NFT art- che non sembra diminuire. L'altra vendita che farà parlare ancora é quella nell'asta di arte contemporanea di un quadro di Winston Churchill, primo ministro inglese, che pur trattandosi di un cimelio, viene inserito nell'asta di arte moderna e contemporanea: non si tratta in questo caso di arte elettronica ma di qualcosa di altrettanto inquietante, perchè se con la criptovaluta opere di arte elettronica raggiungono quotazioni esorbitanti a discapito dell’arte professionale, dall’altra fa la stessa cosa un prodotto -seppur pittorico- ma decisamente dilettantesco, riuscendo nell’impresa negata a molti professionisti dell’arte. Dipinto durante la seconda guerra mondiale per essere donato a Franklin Delano Roosevelt, e che era parte della collezione di Angelina Jolie, è stato venduto  a circa 8 milioni di euro quando all'asta ciò che è considerabile come documento biografico si colloca come minimo negli oggetti di arredo o in aste dedicate. Ricordandoci delle aggiudicazioni di Picasso e Van Gogh è evidente come la trasversalità del feticismo stia continuando a imperversare nel mondo delle aste con conseguenze ancora sconosciute. Come ci dovremmo comportare quindi se il paesaggio di Churchill andasse a campeggiare nell'ultimo capitolo del manuale di Storia dell'arte a fianco ai quadri di Modigliani? E' evidente altresì che il portfolio di azionisti e collezionisti, -gente per cui è plausibile portare avanti operazioni finanziarie senza scrupoli- ha invece un ruolo centrale nell'affermazione di un artista o di un'opera, che potrebbe cambiare la storia dell'arte, con ricadute ad esempio in ambito scolastico o sociale. E’ lecito chiedersi in conclusione se le istituzioni siano in grado di reagire di fronte a l'ennesima sfida del mercato, lanciata ormai da anni e alla quale ancora si deve dare risposta.