Terrorismo, Hannoun sarà trasferito in un carcere ad alta sicurezza, probabile destinazione Ferrara
Interrogatori di garanzia per tutti gli arrestati, depositati 10 terabytes di atti di inchiesta. L'indagato al giudice dichiara: "Non ho mai finanziato Hamas"
Sarà trasferito Mohammad Hannoun, il presidente dell’associazione palestinesi in Italia, accusato di essere membro della cellula italiana di Hamas che avrebbe finanziato attraverso le associazioni benefiche da cui fondate e dirette con oltre 7 milioni di euro nel corso degli anni. Hannoun, 63 anni, dal momento dell’arresto è in isolamento nel carcere genovese di Marassi che non è dotato di una sezione specifica destinata ai detenuti accusati di terrorismo. Per questo il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sta predisponendo il suo trasferimento che avverrà nei prossimi giorni. Sono poche in Italia le carceri dotate di sezioni – chiamate AS2 – destinate ai detenuti accusati di terrorismo, che prevedono una sorveglianza rafforzata e un isolamento maggiore. La destinazione di Hannoun dovrebbe essere il carcere di Ferrara o quello di Alessandria.
Stamattina Hannoun, nell’interrogatorio di garanzia, su suggerimento dei suoi legali non ha risposto alle domande della gip Silvia Carpanini (“Non ha avuto modo di leggere le migliaia di pagine di carte che lo accusano” hanno chiarito i legali), ma ha rilasciato una dichiarazione spontanea ribadendo di non aver mai finanziato, “direttamente o indirettamente Hamas, ma solo associazioni benefiche che operano a Gaza, in Cisgiordania e nei campi profughi dei territori occupati”. Ha spiegato “con un po’ di dettagli, per quanto possibile in questa fase, le modalità con cui venivano raccolti e consegnati gli aiuti” e spiegato che l’utilizzo dei contanti è diventato indispensabile dopo il 7 ottobre 2023 quando il blocco dei conti bancari impediva alle associazioni da lui controllate di operare all’estero. Anche gli altri sei arrestati oggi sono stati sentiti nell’interrogatorio di garanzia, qualcuno ha risposto alle domande della giudice ribadendo lo scopo esclusivamente benefico delle donazioni, altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Anche gli altri detenuti saranno a breve trasferiti nelle sezioni ad alta sicurezza. Gli avvocati intanto stanno cercando di completare l’acquisizione degli atti: in tribunale a Genova sono stati depositati, oltre agli atti cartacei, circa dieci terabytes di atti, che devono essere copiati e poi studiati dai legali soprattutto in vista del probabile ricorso al tribunale del Riesame contro le misure cautelari.
Allo studio in particolare il valore anche indiziario della mole di documenti arrivati da Israele ‘tradotti’ con una relazione di un anonimo agente dell’intelligence finanziaria israeliana. Per l’accusa (e per la gip) si tratta di documentazione che ha grande valore indiziario rispetto alle associazioni benefiche a cui venivano destinati i fondi e che per l’accusa sono sotto controllo di Hamas. Per le difese sono ‘atti di indagine’ senza possibilità di verifica che non possono essere presi per buoni in quanto tali: “Sono state sequestrate in luoghi sconosciuti dall’Idf e poi analizzati da un agente al momento anonimo” avevano spiegato i difensori. I legali di Hannoun intanto hanno chiesto la riserva di incidente probatorio rispetto a quanto è stato sequestrato all’architetto palestinese al momento dell’arresto sabato 27 dicembre nella sua abitazione a Ceranesi e nelle sedi dell’associazione in modo da poter eseguire l’estrazione dai dati davanti a un perito nominato dal gip.