Cos'è il centro sociale Askatasuna di Torino, occupato nel 1996 da gruppi dell’area autonoma e antagonista, autogestito fino allo sgombero del 2025

Il nome è di ispirazione basca: Euskara significa Libertà. Lo scombero del 18 dicembre 2025 è stato avvenuto nell'ambito delle indagini che riguardano, fra gli altri, l’assalto alla redazione del quotidiano La Stampa e la vandalizzazione di alcuni spazi delle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) durante l’Italian Tech Week

Il centro sociale Askatasuna di Torino è nato nel 1996 quando è stato occupato per la prima volta da gruppi dell’area autonoma e antagonista. Si trova in corso Regina Margherita 47 ed è stato autogestito per 30 anni. E' tornato al centro dell’attenzione pubblica dopo lo sgombero avvenuto il 18 dicembre 2025 e le manifestazioni che hanno animato il centro cittadino nei giorni successivi, culminate in un corteo considerato a rischio per l’ordine pubblico nell’ultimo fine settimana prima delle festività natalizie. Gli eventi hanno riacceso il dibattito sul ruolo degli spazi autogestiti, sul rapporto con le istituzioni e sulle modalità di gestione del conflitto urbano, in una fase segnata da tensioni sociali e politiche.

Lo sgombero di Askatasuna e le proteste

Il centro sociale di Torino è stato sgomberato a seguito della violazione del patto di cogestione con il Comune, ma la decisione si inserisce nell'ambito delle indagini che riguardano, fra gli altri, l’assalto alla redazione del quotidiano La Stampa e la vandalizzazione di alcuni spazi delle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) durante l’Italian Tech Week.

Dopo lo sgombero gli attivisti legati ad Askatasuna hanno annunciato via social la prosecuzione della mobilitazione. Le manifestazioni hanno visto la partecipazione di alcune centinaia di persone, con momenti di tensione tra i manifestanti e le forze dell’ordine. In un primo corteo, i partecipanti hanno tentato di rientrare nello stabile, venendo respinti con l’uso di idranti dopo il lancio di petardi e bottiglie. Per ragioni di sicurezza, alcune scuole della zona sono rimaste chiuse, mentre il quartiere Vanchiglia è stato presidiato nei giorni successivi da un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine.

Le origini e il significato di Askatasuna

Il centro sociale prende il nome da “Askatasuna”, termine basco che significa libertà o emancipazione, fortemente legato alla storia dei movimenti indipendentisti dei Paesi Baschi. Fondato nel 1996, quando un gruppo di militanti dell’autonomia torinese occupò un edificio abbandonato di corso Regina Margherita, Askatasuna è divenuto nel tempo uno dei principali punti di riferimento dell’area antagonista cittadina. Lo stabile, risalente al 1880, era stato in precedenza un asilo e successivamente un immobile comunale abbandonato dal 1981.

Nel corso degli anni, Askatasuna ha sviluppato un’intensa attività politica, culturale e sociale, ospitando assemblee, concerti, corsi, attività sportive, doposcuola e iniziative di sostegno alle famiglie, mantenendo uno stretto legame con il quartiere e con i collettivi studenteschi di Palazzo Nuovo.

Le attività sociali e le vicende giudiziarie

Accanto all’attività sociale, Askatasuna è stata a lungo coinvolta nelle mobilitazioni del movimento No Tav, finendo al centro di numerose inchieste giudiziarie legate a scontri e episodi di violenza durante le manifestazioni. Secondo le ricostruzioni giudiziarie, il centro avrebbe svolto anche un ruolo organizzativo in alcune proteste. In primo grado, per 26 attivisti sono arrivate condanne per singoli episodi, mentre è caduta l’accusa più grave di associazione a delinquere.

Nel 2024, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Lo Russo aveva avviato un percorso di riconoscimento di Askatasuna come bene comune, attraverso un patto di cogestione che prevedeva il rispetto dei valori costituzionali e l’esclusione di qualsiasi forma di violenza. L’accordo, rinnovato a marzo, è decaduto dopo che le forze dell’ordine hanno trovato sei attivisti in spazi dichiarati inagibili, in violazione degli impegni presi.

Il parallelo con il Leoncavallo

La vicenda di Askatasuna richiama per molti aspetti quella del Leoncavallo di Milano. Entrambi rappresentano esperienze storiche dei centri sociali italiani, segnate da un lungo radicamento urbano, da una forte identità politica e da un rapporto ciclicamente conflittuale con le istituzioni. Come il Leoncavallo nel contesto milanese, Askatasuna ha incarnato a Torino una realtà capace di alternare pratiche sociali e momenti di forte conflittualità, diventando nel tempo un simbolo del dibattito sugli spazi autogestiti nelle città contemporanee.

Un confronto ancora aperto

Gli eventi degli ultimi giorni hanno riportato al centro del dibattito pubblico il futuro di Askatasuna e, più in generale, il tema della gestione degli spazi autogestiti. Tra chi invoca il rispetto rigoroso delle regole e chi sottolinea il valore sociale di queste esperienze, il caso Askatasuna continua a rappresentare uno snodo delicato nel rapporto tra movimenti, istituzioni e contesto urbano torinese.