L'intervista di Ferruccio Pinotti a Rainews sul libro "La lobby ebraica" censurata: "Il 7 ottobre e la reazione di Israele hanno allontanato processo di pacificazione, legittimo criticare Netanyahu"

Ecco l'intervista integrale che Ferruccio Pinotti, giornalista e saggista italiano, ha rilasciato a Rainews e che è stata censurata. Un'intervista che si incentrava sul libro da lui pubblicato "La lobby ebraica. Mito e realtà di un potere forte in Italia e nel mondo"

Ecco l'intervista integrale che Ferruccio Pinotti, giornalista e saggista italiano, ha rilasciato a Rainews sul libro "La lobby ebraica" e che è stata censurata. Un'intervista che si incentrava sul libro da lui pubblicato "La lobby ebraica. Mito e realtà di un potere forte in Italia e nel mondo", e intitolata "Distinguere, capire, dialogare: così si combatte l'antisemitismo". Il sottotitolo recitava "Intervista a Ferruccio Pinotti. Lo scrittore invita a distinguere con precisione identità, politica e storia per evitare semplificazioni". Alla base della censura ci sarebbe un attacco da parte del Centro Documentazione Ebraica di Milano.

L'intervista di Ferruccio Pinotti a Rainews sul libro "La lobby ebraica" censurata

Parto dal libro: secondo lei perché temi come influenza, potere e identità ebraica suscitano ancora così tante discussioni e sensibilità?

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Quando si parla di antisemitismo oggi, cosa intendiamo davvero? È cambiato rispetto alle forme “classiche” del Novecento?

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Il libro ricorda come spesso si confondano ebrei, Israele e sionismo. Perché questa sovrapposizione può generare incomprensioni e pregiudizi?

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L’Osservatorio antisemitismo mostra un aumento degli episodi ostili. Da dove nasce questa crescita, secondo lei? Dalla politica, dai social, o da un clima più generale?

< 2025 l’Osservatorio Antisemitismo ha registrato circa 500 episodi di antisemitismo in Italia. I social hanno dato una grossa spinta a questi fenomeni inasprendo i toni>>.

In Italia la comunità ebraica è molto piccola, ma ha un ruolo culturale forte. Crede che questo contrasto – pochi numeri, molta visibilità – contribuisca a creare stereotipi?

< 30.000  ebrei, di cui circa 25.000 sono iscritti alle 21 comunità ebraiche presenti nel paese. In passato la comunità ebraica è arrivata a contare 70.000 persone nel XV secolo (su un totale di 8-10 milioni di persone). Si tratta di una presenza qualificata, fatta di professionisti ben inseriti e di grandi famiglie che hanno contribuito in modo significativo in ambiti come la cultura, l’economia e la finanza>>.    

È possibile criticare legittimamente le scelte di un governo, come quello israeliano, senza scivolare nell’antisemitismo? Se sì, come si fa?

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Quali sono oggi, secondo lei, i modi più efficaci per contrastare i pregiudizi antiebraici, soprattutto tra i più giovani?

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Rispetto al Novecento, non è cambiato molto: diffidenza e pregiudizio prevalgono. Per quali ragioni storiche?    

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Perché quando si parla di ebraismo è così difficile orientarsi?

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Il mondo politico israeliano con quali gruppi religiosi interni si confronta?

< HAREDIM (gli ultraortodossi che vivono in comunità separate; e molto severi se non si è conformi ai loro parametri di abbigliamento e decoro), i CHASSIDIM  che seguono una loro guida spirituale; i NETUREI KARTA che rifiutano il riconoscimento dello Stato di Israele; i DATI LEUMI che sono ebrei osservanti ma anche convinti sionisti, tanto che servono nell'Esercito IDF; i MASORTIM (tradizionalisti), che seguono alcune tradizioni ma non in modo sistematico e con minore rigidità rispetto agli ultra religiosi; i CHILONIM (laici) che costituiscono la maggioranza della popolazione e non osservano le leggi religiose>>. 

Il suo libro delinea anche il potere assunto dal mondo ebraico nella dimensione della diaspora

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