Torino, consigliere comunale e ginecologo Silvio Viale assolto da accuse di “violenza sessuale” su oltre 10 ragazze, lui: “Mai perso dignità”
Il dispositivo della sentenza è stato accolto dal medico con una combinazione di sollievo e amarezza. “Sono contento anche se amareggiato, delle proprie suggestioni ognuno pensa quello che vuole, io ero convinto di non aver fatto nulla. Non ho mai perso la dignità, ho continuato a lavorare, anche stamattina prima di venire qui”
Silvio Viale, ginecologo e consigliere comunale dei Radicali +Europa, è stato assolto nel processo che lo vedeva imputato per diverse accuse di presunta violenza sessuale. Il giudice ha stabilito che il fatto “non costituisce reato”, respingendo la richiesta della procura di condannarlo a un anno e quattro mesi. Viale è arrivato al Palagiustizia in camicia azzurra e cravatta rossa maculata, entrando in aula in silenzio. Solo dopo la lettura della sentenza ha rotto il riserbo: “Non ho mai perso la mia dignità”, ha dichiarato Viale.
Torino, consigliere comunale e ginecologo Silvio Viale assolto da accuse di “violenza sessuale” su oltre 10 ragazze, lui: “Mai perso dignità”
Il dispositivo della sentenza è stato accolto dal medico con una combinazione di sollievo e amarezza. “Sono contento anche se amareggiato, delle proprie suggestioni ognuno pensa quello che vuole, io ero convinto di non aver fatto nulla. Questa era un'imputazione nei confronti della categoria e della visita ginecologica. La condanna sarebbe stata un grave precedente”. Subito dopo aggiunge: “Non ho mai perso la dignità, ho continuato a lavorare, anche stamattina prima di venire qui”.
La commozione si è fatta evidente quando Viale ha parlato della moglie e della figlia, che lo hanno sostenuto nei mesi del processo: "Mi sono state vicino senza batter ciglio - aggiunge - in passato mi sarei atteso altre sentenze per altre questioni, ma in questo caso non c'entravo proprio nulla".
La vicenda era nata nel 2023 durante una manifestazione #MeToo, quando una ragazza aveva raccontato al megafono episodi di presunte molestie senza fare nomi. Altre donne si erano poi riconosciute in quel racconto, dando il via a diverse segnalazioni sul ginecologo del Sant’Anna. Inizialmente le presunte vittime erano 10, ma sei posizioni sono state successivamente archiviate perché ritenute “poco supportate”: condotte considerate deontologicamente censurabili, ma non tali da configurare un reato penale. Le ricostruzioni delle accusatrici descrivevano palpeggiamenti “repentini tali da vincere la resistenza della vittima” e un presunto abuso d’autorità “derivante dal ruolo ricoperto”; in un caso la procura sosteneva che il medico “fissava una paziente mentre si spogliava”.
Nel corso dell’ultima udienza, le pm Lea Lamonaca e Delia Boschetto avevano già chiesto l’assoluzione per uno dei 4 episodi rimasti, quello del 2018, l’unico avvenuto all’ospedale Sant’Anna, dove Viale lavora. Per questo episodio il medico aveva voluto rendere interrogatorio in udienza preliminare, una scelta vista come un gesto di trasparenza nei confronti dell’azienda ospedaliera.
Per gli altri tre casi — riferiti al 2023 e avvenuti nello studio privato di via Berthollet — la procura aveva chiesto la condanna per violenza sessuale di minore gravità. La difesa del medico, rappresentata dall’avvocato Cosimo Palumbo, ha invece sempre sostenuto l’assoluzione per tutti i capi d’imputazione “perché il fatto non sussiste”.
Nella memoria difensiva depositata agli atti, Viale spiegava: "Ho avuto spesso un linguaggio ironico e metaforico. Certo le mie parole potrebbero essere percepite male ma un medico ha il dovere di essere chiaro e obiettivo”. Le donne che avevano sporto denuncia hanno tra i 20 e i 40 anni.