Autovelox, Ci.Ti.Esse cita Mit per "condotta omissiva" su decreto ministeriale necessario a omologare apparecchi: "Perdite economiche per €615mila"
La società deputata alla vendita e alla manutenzione degli autovelox, ha puntato il dito contro i Ministeri dei Trasporti e dell'Interno per non aver emanato il decreto necessario all'omologazione degli apparecchi. Omologazione senza cui le multe non sarebbero legalmente valide, provocando così una ingente perdita di fatturato per la Ci.Ti.Esse. Il Mit ha però respinto la diffida, definendola "infondata"
È una diffida formale quella che la società Ci.ti.esse Srl (Controllo Traffico Stradale) - una delle principali aziende operante nel mercato delle Pubbliche Amministrazioni - ha inoltrato ai Ministeri dei Trasporti e dell'Interno citandoli per danni collegati alla mancata omologazione degli autovelox.
Autovelox, Ci.Ti.Esse cita Mit per "condotta omissiva" su decreto ministeriale necessario a omologare apparecchi: "Perdite economiche per €615mila"
Lo scorso 23 ottobre, i legali della società - gli avvocati Pasquale Didona e Gianluca Calistri - hanno inviato una diffida contro i Ministeri competenti in tema di sicurezza stradale, contestando loro una condotta omissiva: il non aver emanato il decreto ministeriale necessario all'omologazione degli autovelox, così come richiesto dal Codice della Strada. La Ci.Ti.Esse Srl, una delle aziende leader nella progettazione, vendita e manutenzione di prodotti "stradali" come equipaggiamenti veicoli, pistole laser, etilometri, sistemi lettura targhe e, appunto, autovelox, ha così puntato il dito contro i due Ministeri affermando che la mancata omologazione dei misuratori di velocità li ha resi di fatto inutilizzabili.
Il riferimento è alle sentenze emesse dalla Cassazione nel 2024 e 2025, secondo cui la regolare omologazione dei dispositivi di controllo velocità (attraverso registrazione sulla piattaforma telematica del Mit) è la precondizione affinché tali autovelox siano operativi e le multe abbiano valore legale. A quanto emerge, la mancanza di tale decreto - accusa la società - avrebbe reso inutilizzabili i dispositivi, causando danni di immagine, la revoca o la sospensione di contratti di collaborazione con molti Comuni, nonché pesanti perdite economiche dal valore di circa 614.631,18 euro.
"Ci.ti.esse Srl - si legge nel documento ufficiale - ha visto progressivamente diminuire le vendite ed il noleggio degli autovelox, oltre alle attività di manutenzione e verifica periodica di taratura L.AT., in quanto molti enti locali, in via prudenziale, hanno rinunciato alla installazione di nuovi apparati ed all’utilizzo di quelli di cui erano già in possesso, considerate le declaratorie di illegittimità delle multe elevate". Inoltre, "i clienti hanno anche contestato alla società di averli ingannati fornendo loro sistemi non in regola con le normative vigenti". È a questo punto che la società ha chiesto l'adozione del decreto entro 30 giorni, e il pieno risarcimento dei danni, pena l'azione legale.
Autovelox, Mit respinge le accuse e ritiene infondata la diffida: "No obbligo per lo Stato di emanare decreti ad hoc per omologazione"
Dal canto suo però, il Ministero dei Trasporti ha rigettato le accuse, spiegando che, secondo normativa, gli autovelox possono essere omologati oppure approvati, né esiste l'obbligo per lo Stato di emanare decreti specifici per omologazione. Sicché, secondo la difesa, non si può parlare di omissione. Inoltre, nella pratica, i concetti di approvazione e omologazione sarebbero equivalenti, tecnicamente parlando, e a cambiare sarebbe solo il nome del provvedimento. Il Mit ha dunque respinto il nesso di causalità tra la sua condotta e il calo delle vendite, ritenendo infondata la diffida e puntando il dito contro le "scelte autonome dei Comuni" e le oscillazioni della giurisprudenza.