Bologna respinge il corso di filosofia per gli ufficiali: l’esercito accusa, gli studenti denunciano la deriva bellica
Il Dipartimento rifiuta il curriculum dedicato ai militari. Il CUA: “L’università non diventi laboratorio del riarmo”
A Bologna, il progetto dell’Esercito di formare i propri giovani ufficiali con un corso di laurea in filosofia si infrange contro il muro dell’Ateneo. Il Capo di Stato Maggiore Carmine Masiello, intervenendo agli Stati Generali della Ripartenza, racconta di una richiesta rimasta senza risposta: un curriculum dedicato a una quindicina di ufficiali, pensato – dice – per nutrire spirito critico e comprensione del mondo. Ma il diniego dell’Alma Mater viene letto dal generale come un segnale preoccupante, quasi un’esclusione dell’istituzione militare dalla vita culturale del Paese.
Il Rettore, Giovanni Molari, rimanda la decisione al Dipartimento competente, che ha scelto di non deliberare sul tema. Una scelta “autonoma”, precisa, lasciando però aperta la porta a future interlocuzioni. L’Università, assicura, resta disponibile al dialogo con chi ne riconosce il valore formativo e scientifico.
Dura invece la presa di posizione del Collettivo Universitario Autonomo, che interpreta la vicenda come l’ennesimo sintomo della crescente pressione militare negli atenei. Per il CUA, mentre nel mondo si consumano guerre e si moltiplicano accordi per nuove produzioni belliche, l’università rischia di diventare terreno fertile per retoriche e interessi incompatibili con la sua funzione critica.
La contesa sul corso di filosofia diventa così il nuovo capitolo di un confronto più ampio: quale spazio di autonomia rimane oggi alla formazione pubblica in un clima segnato da riarmo e tensioni internazionali?
Una cosa è certa: Meloni s'incazza. Crosetto s'incazza. I professori contanto meno di zero e gli studenti fanno come cazzo gli pare.