Viva le donne! (e qualche volta anche gli uomini) Violenza, attitudine, rapporti tra i sessi, parità, correttezza, ruoli. Una giornata contro la prevaricazione, la sottomissione del mondo femminile. Basta parole, basta retorica
Oggi si celebra la giornata contro un tipo di violenza, bieco, subdolo e drammatico, forse più di molti altri, quello contro le donne, tale da definirne un contorno lessicale: femminicidio che nell'accezione stessa del termine contiene, abusi, escalation emotivi, vessazioni e sopportazioni decennali.
La donna ha conquistato negli ultimi anni posizioni sociali e culturali di enorme rispetto, ma questo ha messo in discussione l'arcaico potere del maschio, che in centinaia o migliaia di casi, ha risolto alla radice il problema, eliminandone la causa.
Questa debolezza è probabilmente antropologica, una fragilità che i tempi moderni non hanno aiutato a superare.
Si uccide, ti uccido perchè sei una femmina, e non fai quello che voglio io, o non sei come voglio io, e non importa se sei mia moglie, la mia compagna, la madre dei miei figli, questo delitto è una precisa volontà di cancellare definitivamente un essere umano "sbagliato".
Hanno parlato psicologi, psichiatri, sociologi, ma il male esiste dentro le pieghe di una società con pochi valori, e molte ansie inespresse, l'assassino cova la sua strategia e spesso la vittima perdona, concede attenuanti: in fondo mi vuole bene anche se mi ha dato uno schiaffo.
Non è così, anche perchè l'atto estremo, è il finale tragico di anni di violenze non denunciate o semplicemente dissimulate, per i figli, per i soldi, e per migliaia di motivi inspiegabili che rendono la donna fortissima nella sua generosa fragilità.
Esiste anche un'altra faccia nascosta della medaglia, un'area grigia dove le vittime sono, ahimè, gli uomini, ma questo argomento facciamo fatica ad analizzarlo, tutti quelli di cui la cronaca non si occupa, come padri che non riescono a incontrare i propri figli, oppure i tanti che dopo un divorzio, non riescono a mantenere il "tenore di vita" della consorte, e che finiscono generalmente alla Caritas, o a riposare comodamente in auto.
Crimini certo inferiori, ma non certo meno significativi, come gli scontri tra traditori (maschi e femmine tradiscono simultaneamente, in percentuali paritetiche) e il tema scottante e mai analizzato distaccatamente, della provocazione, che, forse qualche danno estremo avrebbe potuto evitare e mi riferisco ai casi più gravi.
Non voglio dire così fan tutte, o così fan tutti, perchè le morti sono lo specchio di un fenomeno certamente disequilibrato, ma che dovrebbe essere analizzato da ogni prospettiva, ma l'emergenza, l'urgenza del sangue, lo rende impraticabile.
Non sarà questa giornata, o leggi più restrittive, a cambiare l'attitudine violenta degli uomini, senza dimenticare che fino a poche anni fa esisteva in questo paese l'orrore del delitto d'onore, vergogna giuridica, ma specchio di una società incapace di vedere l'affermazione del genere femminile come un fondamentale nutrimento della nostra civiltà.
Dove abbiamo sbagliato? Perchè continuiamo a piangere queste morti prevedibili, innocenti, senza costruire strategie di protezione reale delle donne vulnerabili? La violenza non è solo nella società, ma purtroppo nella famiglia dove il bravo papà si trasforma improvvisamente in orco, senza alcuna responsabilità, cancellando le prove, e vivendo la sua patologia come una sconfitta senza fine, e la brava mamma deve solo subire, stare in silenzio e proteggere la Famiglia, vero luogo di orrori non esprimibili.
Denunciare spesso non serve e non basta, ma è già un segno di lealtà, soprattutto se la vittima viene ascoltata e non esposta al pubblico ludibrio, lapidata sulla piazza pubblica dei social.
La violenza pubblica e privata non si potrà mai estirpare, essendo una condizione naturale, purtroppo, dello spirito, e non sarà possibile chiedere all'uomo di accettare un fallimento, il lutto di un addio sentimentale.
Uomini e donne vivono anche di passioni pericolose, e non necessariamente da codice penale, ma oggi vogliamo urlare tutta la nostra indignazione verso tutti quei nostri simili che cancellano in un secondo, l'evoluzione della società, rispedendola nel passato remoto.
Diamo un senso compiuto al nostro essere, quel tempo in cui i maschi comandavano (solo perchè fisicamente più forti) è finito, fatevene una ragione, prima di dare uno schiaffo, o cercare un coltello, non servirà a voi, non servirà a nessuno, e soprattutto non cambierà la nostra voglia infinita di amare le donne, e senza essere indulgenti, a comprendere fino in fondo il disagio diffuso degli uomini.