Bambini di Chieti e il Bosco Orizzontale: tragedia contemporanea sull'impossibilità di vivere in condizioni ambientali pure, schiaffo alla politica idiota del turbo-green, verso sconfitta culturale e sociale
Tra magistrate matrigne e genitori orchi
Il Bosco Orizzontale, una tragedia contemporanea sull'impossibilità di vivere nelle condizioni ambientali pure e incontaminate, uno schiaffo alla politica idiota del turbo-green, verso una sconfitta culturale e sociale.
"I tre figli della coppia che viveva nei boschi di Palmoli, in provincia di Chieti, devono vivere in una comunità perché la scelta di vita dei loro genitori rischia di ledere il diritto alla vita di relazione, articolo 2 della Costituzione, “produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore”.
"Su questo si basa l’ordinanza cautelare del Tribunale per i minorenni di L’Aquila, non sul pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, con la quale i giudici hanno disposto la sospensione della potestà genitoriale a padre e madre nei confronti dei tre figli minori".
Fin qui il gelido linguaggio "legalese", determinante per creare finalmente le perfette condizioni di "socialità condivisa", madre e padre, orchi moderni che hanno costretto tre bambini a vivere senza i consueti e diffusi standard di "abitabilità civile".
Senza acqua corrente, riscaldamento e luce elettrica, praticamente una perfetta famiglia green da utilizzare come modello anche per la Thumberg, ma il Giudice, giudica, e dunque non può accogliere le istanze che hanno sollevato in tanti cittadini, giuristi, e politici vari: perchè quel tipo di esistenza dovrebbe essere considerata negativa?
Rispetto alle orde di maranza che infestano ad ogni ora i gangli delle nostre città, e alla crescita pericolosissima dei nostri ragazzi di quell'età, quella famiglia potrebbe essere una vera alternativa. Cosa hanno fatto questi due poveri genitori, che a detta di alcuni relatori prezzolati che imbastiscono convegni, gender e transgender, sull'accaduto? o magistrate matrigne, che pontificano dal centro della loro roccaforte giuridica. Dunuqe, papà e mamma cattivoni, hanno impedito ai loro pargoli di venire in contatto con la "civiltà", di andare a scuola(per altro un diritto/dovere tutto da analizzare nello specifico),di non poter avere rapporti con i loro coetanei, anche perchè non saprebbero cosa indossare.
Se non fosse drammatica la questione, sarebbe la solita farsa italiota sul buon selvaggio, che viene spiato da "quelli bravi", da quelli che sanno, da quelli che sanno perfettamente cosa serve a un bambino, e non certo stare con gli animali, in un bosco, eccetera eccetera. La legge ovviamente vince perchè non è uguale per tutti, e ci mancherebbe, vedi centinaia di casi di minori costretti a fare le peggiori cose, ma che continuano ad essere nascosti nelle loro belle e brutte famiglie. Il giudice può decidere sull'affetto di una madre e di un padre, e può stabilire dove manifestarlo, se lontano da un bosco e da un ruscello meglio, anzi una "casa famiglia" darà la risposta più adeguata, dove i piccoli sentiranno ancora di più e forse per sempre la loro "naturale inadeguatezza".
Neppure l'esempio può diventare un momento di confronto perchè la legge parla con la testa e non col cuore, come direbbe Eduardo, e quei piccoli e i loro "genitori cattivi", dovranno avvicinarsi ad una vita che probabilmente non volevano cambiare, magari solo "aggiustare".
In un condominio, di una grande o piccola città che importa, dal loro "bosco orizzontale", la natura potranno sempre guardarla col naso all'insù verso "il bosco verticale", non sarà la stessa cosa, ma almeno potranno dire di essere diventati veramente poveri, finalmente moderni.