Addio a Ornella Vanoni, icona eterna della canzone italiana: una carriera di classe, ironia e libertà

La cantautrice si è spenta a 91 anni a Milano per un arresto cardiaco: una leggenda della musica, libera e intensa fino alla fine

Ornella Vanoni, la “signora” della musica leggera italiana, si è spenta venerdì 21 novembre nella sua casa di Milano all’età di 91 anni, a causa di un arresto cardiocircolatorio. 

Nata il 22 settembre 1934 in una famiglia milanese agiata, Vanoni aveva cominciato la sua avventura nel mondo dello spettacolo al Piccolo Teatro di Milano, sotto la guida del celebre regista Giorgio Strehler.  Da qui è emersa una voce dalle sfumature uniche, capace di passare dalle cosiddette “canzoni della mala” agli arrangiamenti jazz e alla bossa nova, collaborando con grandi nomi come Toquinho, Vinícius de Moraes, Herbie Hancock, Gil Evans e Ron Carter. 

La sua discografia è sterminata: oltre un centinaio tra album, raccolte ed EP, e una stima di oltre 55 milioni di dischi venduti.  Sul palco di Sanremo ha partecipato per otto volte, conquistando anche prestigiosi riconoscimenti come la Targa Tenco. 

Vanoni non era solo una grande interprete, ma anche una donna libera e fuori dagli schemi. Nei suoi racconti ha sempre esibito ironia, consapevolezza di sé e una schiettezza rara, arrivando a dichiarare pubblicamente: «Non ho paura della morte. Capirò quando sarà arrivato il momento». 

Numerosi i messaggi di cordoglio dal mondo della cultura e della musica: il ministro della Cultura ha definito la sua scomparsa come la perdita di “una delle artiste più originali e raffinate”; Fabio Fazio e Simona Ventura l’hanno ricordata con parole cariche di affetto e stupore. 

Ornella Vanoni lascia un’eredità artistica immensa, fatta di canzoni che hanno segnato generazioni, ma anche un modo di essere: elegante, provocatorio, autentico. Il suo addio segna la fine di un’era, ma la sua voce continuerà a risuonare nei cuori e nelle storie di chi l’ha amata.