Urbanistica Milano, Comune dà il via a revisione titoli edilizi per cantieri a rischio inchiesta, obiettivo prevenire confisca o demolizione

Il Comune chiede ora agli sviluppatori di presentare richieste di accertamento “ex post” per verificare la conformità degli interventi agli strumenti urbanistici

La Giunta di Milano accelera sulla revisione dei titoli edilizi, aprendo una nuova fase di controllo sugli interventi urbani finiti — o potenzialmente destinati a finire — nel mirino della magistratura. L’obiettivo è evitare che irregolarità formali o classificazioni non corrette degli interventi possano tradursi in sequestri, confische o demolizioni, con pesanti ricadute su operatori e famiglie. Una delibera approvata il 13 novembre indica la strada, in continuità con i provvedimenti adottati negli ultimi mesi.

Urbanistica Milano, Comune dà il via a revisione titoli edilizi per cantieri a rischio inchiesta, obiettivo prevenire confisca o demolizione

La delibera, approvata giovedì dalla Giunta, punta innanzitutto a verificare la correttezza dei titoli edilizi utilizzati nei cantieri oggetto di indagine o già posti sotto sequestro. Il nodo è noto da tempo: la qualificazione di un intervento come ristrutturazione con Scia o come nuova costruzione con permesso di costruire determina differenze sostanziali negli oneri dovuti. Un aspetto cruciale nelle inchieste che hanno investito l’urbanistica milanese.

Le linee di indirizzo e le disposizioni già approvate dalla Giunta hanno permesso di riorientare l’attività degli uffici comunali che sono quindi tornati a pieno regime. Proseguiamo il lavoro e ci concentriamo sugli interventi oggetto di sequestro o per i quali i titoli edilizi non risultano conformi a quanto previsto dagli ultimi provvedimenti dell'amministrazione”, spiega la vice sindaca Anna Scavuzzo, che detiene la delega alla rigenerazione urbana.

Il Comune chiede ora agli sviluppatori di presentare richieste di accertamentoex postper verificare la conformità degli interventi agli strumenti urbanistici. Un passaggio che dovrebbe aiutare a sciogliere le criticità che stanno creando incertezza nel settore. “Aspettiamo un'azione complessiva che permetta di adeguare le norme urbanistiche alle istanze che, da diverse città, oggi emergono. Nell'attesa, riportiamo efficienza ed efficacia nella pratica amministrativa”, aggiunge Scavuzzo.

Parallelamente, Palazzo Marino ha dato mandato agli uffici tecnici di uniformarsi alla recente sentenza del Consiglio di Stato sul caso di via Fauché, pubblicata il 4 novembre. La decisione interviene sul corretto inquadramento dell’intervento, qualificato non come ristrutturazione ma come nuova costruzione, e chiarisce le differenze tra le due categorie.

Secondo la sentenza, per considerare un intervento come “ristrutturazione” devono sussistere alcune condizioni precise: l’unicità del costruito, la contestualità temporale tra demolizione e ricostruzione, il mantenimento della medesima volumetria e l’assenza di ulteriori trasformazioni del territorio. Requisiti che ora gli uffici milanesi dovranno applicare rigidamente nella valutazione dei progetti futuri e in revisione.