Elia Del Grande fuggito da casa-lavoro di Castelfranco Emilia (MO): "Sono braccato, ma non mi troverete", uccise genitori e fratello 25enne nel 1998
Il killer di Cadrezzate, evaso dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia, telefona a Le Iene: “Vivo una condanna quotidiana, ma le case-lavoro sono lager”
Elia Del Grande, autore della "strage dei fornai" di Cadrezzate del 1998, è fuggito il 30 ottobre dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia in cui era detenuto, facendo perdere completamente le sue tracce. Durante la latitanza, il 49enne ha mandato una lettera da una località anonima, ma non solo. Nella serata di ieri, in diretta a Le Iene, Elia Del Grande ha parlato della sua fuga e della sua vita, dicendo di sentirsi "braccato", ma che pensa che non verrà trovato. Gli inquirenti non lo hanno ancora individuato.
Elia Del Grande fuggito da casa-lavoro di Castelfranco Emilia (MO): "Sono braccato, ma non mi troverete", uccise genitori e fratello 25enne nel 1998
“Sono braccato". Con queste parole Elia Del Grande, il protagonista della strage di Cadrezzate del 1998, ha telefonato alla trasmissione televisiva Le Iene dopo due settimane di fuga. Il 49enne, evaso dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia (MO), è ricercato in tutta Italia.
Del Grande, all’epoca 22enne, sterminò la sua famiglia nella villetta rosa del Basso Verbano: uccise a colpi di fucile il padre Enea, la madre Alida e il fratello Enrico, 25 anni, in quella che passò alla storia come “la strage dei fornai”. Una tragedia che scosse profondamente l’Italia.
Nella telefonata, Del Grande racconta la sua versione: “Vivo una condanna quotidiana per ciò che ho fatto. Ogni volta che mi guardo allo specchio vedo loro”. Poi spiega la fuga: “Sono tutti psichiatrici imbottiti di terapia. Ho visto violenze e incendi. Mi sono spaventato e sono scappato”.
Rievoca la notte del 30 ottobre 2025: “Pioveva forte, c’era foschia. Ho preso dei fili elettrici e ho scavalcato il muro”. Smentisce inoltre di essere fuggito con la compagna sarda, ricercata anch’essa: “Mi ha aiutato un tassista”.
Nel servizio emerge anche il suo passato: il rapporto difficile con la famiglia, gli anni a Santo Domingo, la droga, e il diario in cui preannunciava la strage. “Vado in Italia e là li finirò tutti e tre”, scriveva poco prima dei delitti.
Dopo 26 anni di carcere, nel 2023 era stato rilasciato in libertà vigilata e lavorava come giardiniere. Tuttavia, dopo alcuni comportamenti sospetti, un giudice lo dichiarò “socialmente pericoloso” e lo rinviò alla casa-lavoro. “Le case-lavoro sono dei lager, gente entrata per sei mesi e dentro da dodici anni”, denuncia oggi Del Grande.
Le forze dell’ordine continuano la caccia all’uomo.