Genova, sindacalista aveva denunciato aggressione fascista che non era mai avvenuta, messo alla prova

Fabiano Mura svolgerà 4 mesi di lavori socialmente utili in una pubblica assistenza. Il sì della gip dopo che l'imputato ha fatto una donazione a un ente benefico

Quattro mesi lavori socialmente utili in una pubblica assistenza a Fabiano Mura, il sindacalista della Cgil che aveva denunciato un’aggressione fascista rivelatasi poi completamente inventata. L’udienza del processo si è tenuta davanti alla gip Carla Pastorini. Mura, che ha anche fatto una donazione nei confronti di un ente benefico, potrà quindi veder estinto il reato se la messa alla prova andrà a buon fine. Il sindacalista era accusato dal procuratore aggiunto Federico Manotti di simulazione di reato. Mura, dopo la scoperta dell’aggressione inventata, era stato sospeso dal sindacato Fillea Cgil di cui era segretario.

I fatti risalgono all’aprile di quest’anno. I dubbi sul racconto del sindacalista Mura che aveva denunciato di aver subito un’aggressione fascista pochi giorni prima delle celebrazioni del 25 aprile erano sorti subito tra gli investigatori della Digos. Troppi particolari in quel racconto non collimavano con quanto emerso dalle indagini tecniche e in particolare dalle telecamere della zona. Poi quei dubbi erano diventati certezza per ammissione dello stesso sindacalista davanti al pm Federico Manotti. Mura, messo alle strette, aveva ammesso la bugia. Nella denuncia presentata alla polizia il sindacalista aveva raccontato di essere uscito di casa per prendere l’auto in dotazione dal sindacato (di cui ha indicato modello e targa) intorno alle 7.15 del mattino. Aveva detto di aver attaccato alcuni volantini pro referendum sulle fiancate e spiegato di aver notato un’auto che lo seguiva. Quando si era fermato da quel mezzo erano scesi in due che l’avrebbero aggredito con sputi e poi fisicamente con un colpo al costato dopo aver fatto il saluto romano e avergli urlato ingiurie. I medici del pronto soccorso del Villa Scassi non gli avevano riscontrato lesioni evidenti ma lo avevano  visitato e dimesso con 5 giorni di prognosi

Dall’analisi delle telecamere era però emerso che quella mattina il sindacalista non era uscito da casa alle 7.15 ma alle 7.45 e non da solo bensì in compagnia di alcuni familiari. Poi alle 8 si era diretto alla sede della Cgil in via San Giovanni D’Acri e più tardi, al pronto soccorso dell’ospedale Villa Scassi. Prima di quell’ora e dalla sera precedente l’auto era sempre rimasta parcheggiata vicino a casa sua.  L’aggressione denunciata aveva provocato un certo allarme sociale in città e un presidio lanciato dalla Cgil a Sestri Ponente a cui avevano partecipato centinaia di persone. Poi le incongruenze sul racconto avevano scatenato furenti polemiche  provenienti soprattutto dal centrodestra. Mura aveva ritirato la denuncia presentata alla polizia, poi convocato in Procura aveva ammesso che quell’aggressione non era mai esistita.