Genova, violenta una collega sulla nave da crociera mentre dorme, inserviente arrestato dalla polizia

L'uomo è stato riconosciuto grazie alla testimonianza di altri due dipendenti della compagnia di navigazione e alle immagini della videosorveglianza

Ha abusato d’una collega mentre dormiva nella cabina di una nave da crociera, la Costa Favolosa in quel momento al largo delle coste liguri. Quando lei si è svegliata è scappato, ma un mese dopo la polizia lo ha identificato e arrestato. La vicenda risale allo scorso 5 ottobre, il blitz degli agenti è stato compiuto l’altro ieri. In manette, su ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Liborio Mazziotta, è finito un ragazzo indiano di 25 anni. La vittima, ventiduenne, aveva denunciato l’aggressione e gli agenti della Mobile hanno a quel punto esaminato i filmati delle le telecamere del sistema di videosorveglianza interno. Dai frame, gli investigatori hanno notato un uomo a piedi scalzi, vestito come lo avevano descritto due testimoni dai quali era stato incrociato in un orario completamente compatibile con quello degli abusi. L'indagato, un inserviente di bordo, durante l'interrogatorio, ha provato a negare gli addebiti, sostenendo di non aver compiuto alcun sopruso e forse inconsapevole del fatto che vi fossero alcune registrazioni altamente utili ai rilievi.

E però il tribunale ha ritenuto credibile il resoconto della vittima e ha disposto la carcerazione ravvisando il pericolo di «reiterazione del reato». Il giudice dell’indagine preliminare, oltre a far accompagnare l’inquisito nel penitenziario di Marassi, ha chiesto che gli atti fossero trasmessi a Imperia per «incompetenza territoriale», in quanto l’episodio si sarebbe verificato quando l’imbarcazione si trovava poco lontano da quella città. La mattina seguente gli abusi la ragazza - una volta che la nave aveva attraccato a Genova - era stata accompagnata all'ospedale Galliera per gli accertamenti con l'attivazione del cosiddetto «protocollo rosa». Poi aveva deciso di tornare a casa e interrompere il lavoro per lo choc subitoUn contributo importante agli accertamenti era stato fornito dalla compagnia di navigazione. La ragazza infatti, subito dopo che l’aggressore s’era allontanato, aveva chiamato il superiore raccontandogli l’accaduto, e aveva dato l’allarme. Aggiungendo alla descrizione della tentata violenza il particolare d’aver visto altri due colleghi che avevano con ogni probabilità incontrato chi stava per sopraffarla (si tratta dei testimoni poi sentiti dai poliziotti)

Era quasi l’alba e gli approfondimenti erano partiti subito, come aveva confermato la stessa Costa in una nota: «Sono state avviate tutte le azioni necessarie per approfondire i fatti segnalati. Attraverso il care team, è stata fornita massima assistenza alla collega». Siccome l’indagine interna svolta a bordo non aveva dato gli esiti sperati, anche perché l’altra cameriera che dormiva nella cabina della vittima non si era accorta di nulla, era stato deciso di accompagnare la giovane al pronto soccorso per una visita. E all’ospedale la donna aveva parlato con le forze dell’ordine, presentando la denuncia formale che ha infine portato all’arresto delle ultime ore.