Genova, ruba nei supermercati su commissione per rifornire ristoranti e bar, cinquantenne a processo 80 volte
L'uomo ha ammesso di prendere solo la merce che gli viene richiesta dai titolari dei locali che vogliono risparmiare sulla spesa. Indagano le forze dell'ordine
Faceva furti esclusivamente su commissione all’interno di supermercati, grandi magazzini e centri commerciali. I gestori di altri locali gli ordinavano via messaggio i prodotti da arraffare e lui rubava in cambio di qualche spicciolo. Gli ingredienti erano quelli più costosi: parmigiano, salmone, olio extravergine, grappa, bottiglie di vino pregiato e pinoli. L'uomo, disoccupato genovese di 50 anni, con in passato alcuni problemi di dipendenza, è un ladro seriale ormai conosciuto da tutte le guardie private e gli addetti alla vendita. Perché all’attivo ha più di ottanta furti - commessi o tentati - nei market della provincia di Genova. Tutti che arriveranno davanti a un giudice. Taccheggi per i quali è stato incastrato grazie alle telecamere di sorveglianza dei negozi oppure colto sul fatto dagli stessi addetti alla vigilanza che, ben conoscendolo, gli applicano una sorta di “marcatura a uomo” da modulo calcistico, non appena entra all’interno dell’esercizio commerciale.
In questi giorni è coinvolto in un processo che lo vede alla sbarra con l’accusa di tentato furto alla Coop di piazza Piccapietra, in centro. Il suo difensore, l’avvocato Claudio Velasco, ha strappato il rinvio dell’udienza a marzo. A testimoniare un poliziotto privato in servizio nello stesso centro commerciale, che ha spiegato: «Ormai lo conosciamo, abbiamo una sorta di allerta per lui ogni volta che entra e lo seguiamo, perché sappiamo che di solito non viene a fare la spesa».
Un accessorio che accompagna le imprese del cinquantenne è uno zaino nero rivestito all’interno di carta argentata. Questo escamotage permette di bypassare gli alert che scattano con i dispositivi anti-taccheggio. La sua storia giudiziaria è lunghissima. Ma rispetto alle tante pagine di precedenti penali, sono pochi i mesi di carcere che ha dovuto affrontare. Questo grazie al suo avvocato e all’affidamento terapeutico a cui è soggetto. E così tra riti abbreviati, sconti di pena e altri istituti giuridici, il soggiorno nella casa circondariale genovese è stato, nonostante le quasi cento accuse che gli vengono mosse, piuttosto ridotto.
Sentito dalla stessa polizia giudiziaria, il cinquantenne ha anche fornito una sorta di elenco dei grandi magazzini dove sarebbe più facile mettere a segno i furti. In più di un’occasione sarebbe stato anche strapazzato dagli addetti di un grande magazzino, che avrebbero usato le maniere forti per fermarlo mentre tentava la fuga dopo aver rubato i “soliti” generi alimentari. L'uomo, sentito a verbale, ha anche confermato di agire spesso su ordinazione. E anche per questo nel suo carnet della spesa ci sono quasi sempre gli stessi prodotti: quelli più costosi. Dopo il furto ecco la corsa al locale di turno per piazzare la merce e avere in cambio qualche soldo «per tirare a campare, visto che nella vita non so fare altro che rubare», come ha spiegato al suo legale e ai tanti giudici che lo hanno processato in questi anni. Su questo aspetto però sono in corso accertamenti investigativi da parte di polizia e carabinieri, che stanno cercando di ricostruire il giro di approvvigionamento dei prodotti e i destinatari. L’ipotesi di reato per questo secondo filone d’inchiesta è ricettazione.