Gaza: 63 morti in una notte, 24 erano bambini. Morire in guerra dopo la fine della guerra, ammazzati da criminali ai quali è stata concessa un'impunità preventiva

La vita è sacra, ciascuna vita. I criminali devono essere puniti. I candidati premi Nobel per la pace non dovrebbero dichiarare “Israele dovrebbe colpire”

63 morti nella sola notte tra il 28 e il 29 ottobre 2025. 24 erano bambini. Donald Trump, candidato premio Nobel per la pace: “Israele dovrebbe colpire”. Il criminale di guerra Benjamin Netanyahu giustifica il bombardamento: “Hamas non ha consegnato i corpi di 13 ostaggi”.

Morire ammazzati come topi, tra le macerie della propria casa, quella casa già semidistrutta dove si era tornati dopo due anni di fuga, fame, paura, tutto l'orrore della guerra vissuto sulla propria pelle.

Morire dopo aver gioito per la fine della guerra, morire in guerra dopo la fine della guerra.

A chi importa di quelle 63 vite sacre?

Quando si nega persino l'umanità del nemico, quando non si riconosce il miracolo della creazione, grazie al quale ogni creatura vivente è unica, sacra, quando si firma un accordo di pace e poi si continua a uccidere, si è criminali di guerra che meritano una pena esemplare.

Sono stato il primo (forse l'unico) commentatore a denunciare la gravità dell'impunità preventiva concessa all'IDF. Da giurista, so che anche in guerra o vige il codice militare o si regredisce allo stato bestiale. Animali sono gli assassini, non le loro vittime. Ciò nonostante, è auspicabile che non vengano ammazzati come facciamo coi polli d'allevamento ma vengano processati e condannati come uomini, cosa che non può succedere, che non succederà grazie all'impunità preventiva.

Da più di 35 anni faccio l'avvocato. Ho orrore di un crimine orribile come quello commesso da Benjamin Netanyahu: 63 morti innocenti (24 bambini) come rappresaglia per la mancata consegna di 13 salme.

Ormai siamo assuefatti all'orrore, che differenza fanno 63 morti dopo la strage commessa dall'IDF a Gaza?

La vita è sacra, ciascuna vita. I criminali devono essere puniti. I candidati premi Nobel per la pace non dovrebbero dichiarare “Israele dovrebbe colpire”.

Vorrei dare un volto a ciascuno di questi morti, avere una fotografia di ciascuno di quei 24 bambini. Vorrei essere capace di guardarli negli occhi, di vederli nell'istante in cui si erano illusi di tornare a casa, sani e salvi, dopo l'immane tragedia che avevano vissuto. Invece, come scrisse Primo Levi, quei poveri palestinesi “...muoiono o scompaiono, senza lasciar traccia nella memoria di nessuno.”

di Alfredo Tocchi, 29 ottobre 2025