Crollo del ponte Morandi, la Procura di Genova chiede 18 anni e 6 mesi di reclusione per l'ex ad di Autostrade Giovanni Castellucci
I pm, terminata la requisitoria durata quattro mesi, chiedono le condanne per l'ex ad di Autostrade e gli altri 56 imputati per la strage che costò la vita a 43 persone
Il pm Walter Cotugno ha chiesto 18 anni e 6 mesi di reclusione per l’ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia e Atlantia Giovanni Castellucci nel processo che lo vede imputato insieme ad altre 56 persone per il crollo del ponte Morandi e la morte di 43 persone. “In questi giorni ho pensato che sarebbe stato difficile venire qui con la faccia serena perché codice alla mano per la maggior parte dei 43 morti la pena per omicidio colposo sarebbe di circa 2 mesi e 20 giorni – ha detto il pm – Però poi mi sono convinto di poter comunque qui a venire a chiedere una pena con faccia serena perché il limite che il legislatore fissa per tutti i morti che ci possono essere è di 18 anni. E mi sono detto: Se non ora quando? Per chi, se non per Castellucci chiedere il massimo vista la gravità dei fatti e la quantità di morti?”. Il legale dell'ex ad, l'avvocato Guido Carlo Alleva ha così commentato: "Una richiesta spaventosa che mi inorridisce"
Castellucci “organizza la sorveglianza in modo confuso – ha spiegato Cotugno – depotenzia Spea (società che curava la manutenzione delle infrastrutture gestite da Autostrade, come il ponte Morandi appunto) dopo averla messa sotto controllo, fa sì che Spea debba pagarsi tutti i controlli straordinari che sono compresi nel forfait”. Ancora oggi, a sette anni dal crollo “ci stiamo pagando ancora le conseguenze di questo tipo di gestione che ha reso molto felici i soci, ma ha messo a rischio gli utenti, che ora che non sono piu a rischio da quando è cambiato il management ma sono molto infelici perché si pagano le conseguenze della mancata manutenzione per 20 anni”.
Per la Procura, l'unica preoccupazione di Castellucci sarebbe stata quella di "allontanare da sé il problema”. “Castellucci accetta il rischio dell’evento da ritardo – ha ribadito il pm – Se qualcuno può dire "Castellucci non me lo faceva fare, lui non puo dirlo perché sopra di lui non c’era nessuno e aveva anche tutti i soldi per farlo". La contromisura che avrebbe preso per non fare i lavori sarebbe stata quella di "aumentare il premio assicurativo".
Così Egle Possetti, presidente del comitato dei familiare delle vittime del crollo del ponte Morandi di Genova: "Ovviamente siamo un po’ frastornati oggi in questa giornata, sicuramente mi è piaciuto molto il discorso del Pm, che ha fatto un ragionamento lineare sulle enormi responsabilità che ci sono state, sulla continua cecità di fronte alle problematiche di questo ponte che erano perfettamente note negli anni e quindi la richiesta di questa pena elevata è ovviamente per noi molto importante. Chiaramente sappiamo tutti, come ha anche ricordato il Pm alla fine, che data l’età dell’imputato ci saranno delle agevolazioni legate all’età, legate agli arresti domiciliari. Per noi è essenziale che ci sia una condanna, stante anche tutti gli elementi che tutti abbiamo conosciuto in questa fase processuale e che sono oggi stati riassunti, per cui direi che per quanto si possa dire c’è soddisfazione in questa prima richiesta".
Subito dopo l’imputato Castellucci per cui ha chiesto la pena più alta, 18 anni e 6 mesi, è quella di un tecnico Spea, Massimo Ruggeri. Per lui ha chiesto 2 anni, 4 mesi e 20 giorni. E’ questa la pena più bassa rischiesta dalla Procura, ed è quindi questo l’arco ‘numerico’ delle richieste dell’accusa per i 57 imputati del crollo del ponte Morandi. Le altre pene saranno quindi comprese tra questi due estremi.