Editoria e giustizia. Antonio Di Pietro: "Intelligenza artificiale resti a servizio dell'uomo"
“Il ruolo dell'avvocato è molto condizionato positivamente dal processo telematico in ambito civile. Tuttavia, resto perplesso dal processo telematico in ambito penale, in quanto credo occorra un maggiore confronto tra accusa e difesa. L’intelligenza artificiale rappresenta uno strumento utile e necessario, anche per l’avvocatura e per la giustizia, sebbene debba restare un mezzo al servizio dell’uomo, e non un’isola autonoma a cui ricorrere per mancanza di volontà o di impegno nell’approfondimento. È, in un certo senso, come la zappa per il contadino: indispensabile, ma incapace di operare da sola. Nel mondo della magistratura, dell’avvocatura e, più in generale, nelle diverse professioni, non sempre si riesce ancora a tenere il passo con l’evoluzione tecnologica; si procede, per così dire, a vista. Ciò non significa, però, che si debba rinunciare a progredire: anche navigando a vista, dopotutto, si è arrivati in America”. Lo ha detto l'avvocato Antonio Di Pietro, intervenendo al Senato alla presentazione del libro "La giustizia raccontata. Le sfide dell’avvocato tra presente e futuro" di Luca Ponti e Luca De Pauli. Il libro ripercorre passato, presente e prospettive future dell’avvocatura, raccontati attraverso lo sguardo diretto di due professionisti che, con decenni di esperienza condivisa, hanno attraversato diversi contesti e giurisdizioni. Nonostante le trasformazioni che hanno segnato la professione, resta centrale la forza dell’argomentazione e del confronto dialettico, in particolare nel diritto penale, dove è in gioco il bene più prezioso: la libertà individuale.