02 Ottobre 2025
A poche ore dall’abbordaggio della Global Sumud Flotilla, gli avvocati e giuristi pro-Palestina annunciano una controffensiva legale che non risparmierà né Israele né l’Italia. Nel mirino non solo i responsabili diretti delle operazioni in mare, ma anche il governo guidato da Giorgia Meloni, accusato di non aver tutelato i membri della missione “dagli atti di pirateria israeliani in acque internazionali”. Le prime denunce verranno depositate già nelle prossime ore alla Procura di Roma.
Dopo l’abbordaggio della Global Sumud Flotilla, l'avvocato Gianluca Vitale, a nome di Giuristi e avvocati per la Palestina (GaP), ha annunciato una battaglia legale non solo contro lo Stato ebraico ma anche contro l’esecutivo italiano.
Vitale, dal presidio organizzato a Torino dai pro-Pal sotto il Comune, ha spiegato che nelle prossime ore verranno intraprese le vie giudiziarie. “Abbiamo pronte le prime denunce che depositeremo domattina alla Procura di Roma”. I procedimenti riguarderanno da una parte “i responsabili diretti degli atti di pirateria che sono stati compiuti”; dall'altra anche “chi non li ha impediti e che ne aveva l'obbligo giuridico, cioè il governo italiano”.
Nei giorni scorsi GaP aveva presentato una diffida urgente dopo le dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, accusato di aver riconosciuto il diritto di Israele a bloccare e sequestrare le imbarcazioni. Una posizione che, secondo gli avvocati pro-Pal, “costituisce una complicità nei crimini di genocidio, di guerra e contro l’umanità che Israele sta compiendo, che si commettano anche con l’affamamento della popolazione e il blocco”.
Per questo motivo, i giuristi avevano diffidato il governo italiano a “proteggere realmente la Flotilla e i suoi membri” e a cessare ogni concorso “in quei crimini”. Già allora i firmatari avevano avvertito: “sin d’ora in difetto saranno adite le competenti sedi giurisdizionali nazionali ed internazionali”.
La battaglia, dunque, non si ferma in piazza. Per i legali pro-Palestina, la partita si sposta adesso anche nelle aule dei tribunali italiani ed europei.
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