Rimini, due cittadini del Bangladesh arrestati per aver picchiato e drogato figlia di 18 anni, volevano costringerla a matrimonio combinato

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la giovane sarebbe stata ingannata con la scusa di un viaggio in Bangladesh per far visita alla nonna malata. In realtà, i genitori avevano organizzato un incontro con un uomo di dieci anni più grande di lei, scelto per diventare suo marito. Nonostante i ripetuti rifiuti, una volta arrivata a Dacca le sono stati sottratti documenti e carta di credito, impedendole ogni libertà di movimento

Due genitori di origine bengalese, residenti in una cittadina della Romagna, sono stati arrestati dai carabinieri di Rimini con l'accusa di aver costretto la figlia, appena maggiorenne, a un matrimonio forzato in Bangladesh. Oltre al matrimonio combinato, i due sono indagati per averla segregata in casa, picchiata e costretta ad assumere farmaci. La madre, 42 anni, e il padre, 55, sono stati posti agli arresti domiciliari su disposizione dell’autorità giudiziaria.

Rimini, due cittadini del Bangladesh arrestati per aver picchiato e drogato figlia di 18 anni, volevano costringerla a matrimonio combinato

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la giovane – arrivata in Italia all’età di 7 anni – sarebbe stata ingannata con la scusa di un viaggio in Bangladesh per far visita alla nonna malata. In realtà, i genitori avevano organizzato un incontro con un uomo di dieci anni più grande di lei, scelto per diventare suo marito. Nonostante i ripetuti rifiuti, una volta arrivata a Dacca le sono stati sottratti documenti e carta di credito, impedendole ogni libertà di movimento.

La ragazza era innamorata di un coetaneo connazionale residente a Forlì, ma è stata sottoposta a continue pressioni e minacce. Secondo le indagini, è stata obbligata ad assumere calmanti per annullarne la volontà e medicinali per favorire la gravidanza. Una situazione di costrizione e abusi che ha completamente sconvolto la sua vita.

Nonostante la situazione drammatica, la giovane è riuscita di nascosto ad assumere anticoncezionali. Con l’aiuto di un’amica, ha preso contatto con un consultorio del dipartimento Salute Donna e, tramite una volontaria di un centro antiviolenza, ha fatto arrivare la sua richiesta d’aiuto in Italia, riuscendo a comunicare con carabinieri e procura.

La svolta è arrivata quando, a causa delle difficoltà nel rimanere incinta, i genitori hanno accettato di tornare temporaneamente in Italia. Ad aprile, al loro arrivo all’aeroporto di Bologna, la ragazza è stata immediatamente presa in carico dai carabinieri e trasferita in una località protetta. I genitori sono stati successivamente rintracciati nella loro abitazione e sottoposti agli arresti domiciliari. L’indagine è ora nelle mani dell’autorità giudiziaria.