Autovelox, al via il censimento: obbligo registrazione dati dispositivi su portale Mit entro 30 novembre, multe annullate senza annotazione
Il censimento degli autovelox è il risultato di anni di polemiche e contestazioni sulla gestione locale dei dispositivi. Secondo il Codacons, solo nel 2024 le multe legate agli autovelox hanno generato circa 67 milioni di euro
Entro il 30 novembre tutti gli autovelox d’Italia dovranno essere registrati sulla nuova piattaforma telematica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, operativa dal 30 settembre. L’iscrizione, prevista dal decreto direttoriale n.305 del 18 agosto scorso, sarà condizione necessaria per l’utilizzo legittimo dei dispositivi. Tradotto: le eventuali multe che arriveranno ai cittadini, se i sistemi non saranno registrati, non avranno alcun valore legale. Una rivoluzione che obbliga amministrazioni e organi di polizia stradale a mettersi in regola entro 2 mesi.
Autovelox, al via il censimento: obbligo registrazione dati dispositivi su portale Mit entro 30 novembre, multe annullate senza annotazione
Il sistema, istituito presso il centro elaborazioni dati della Direzione generale per la motorizzazione, raccoglierà informazioni dettagliate su ciascun apparecchio: marca, modello, versione, matricola ed estremi del decreto Mit di approvazione o di estensione. Ogni variazione dovrà essere comunicata tempestivamente. I dati saranno poi pubblicati sul portale istituzionale del Ministero, accessibili liberamente ai cittadini. Fino ad oggi, infatti, tali informazioni erano in possesso esclusivo delle Prefetture che autorizzavano di volta in volta le installazioni.
Il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante (Forza Italia), definisce l’operazione una “grande operazione trasparenza che il Paese attendeva da tempo”. La mappatura e la possibilità di accesso pubblico, sottolinea, “rappresenta un importante meccanismo di tutela per i cittadini che troppo spesso sono vessati da un utilizzo distorto dei sistemi di rilevamento".
Il censimento degli autovelox è il risultato di anni di polemiche e contestazioni sulla gestione locale dei dispositivi. Secondo il Codacons, solo nel 2024 le multe legate agli autovelox hanno generato circa 67 milioni di euro. L’associazione dei consumatori accoglie positivamente la novità: “Sarà finalmente possibile - dice - conoscere il numero di apparecchi installati in Italia, la loro ubicazione, e tutte le specifiche tecniche dei dispositivi usati da Comuni e forze dell'ordine”.
Resta tuttavia irrisolto il nodo normativo sull’omologazione. Il Codacons ricorda infatti che “il caos autovelox dura oramai da 18 mesi, da quando cioè la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati". Un vuoto legislativo che rischia di rendere illegittimi tutti i dispositivi in uso: l’articolo 142 del Codice della Strada richiede apparecchi “debitamente omologati”, ma ad oggi manca un decreto che disciplini concretamente la procedura di omologazione.
Una ricognizione dell’Anci, su richiesta del ministro Matteo Salvini, ha mostrato che la maggior parte dei dispositivi oggi in funzione dispone di decreti di approvazione piuttosto datati: per i fissi, il 59,4% risale a prima del 2017, mentre per i mobili addirittura il 67,2%. Dati che confermano la necessità di un aggiornamento non solo amministrativo ma anche normativo, per dare certezza giuridica a uno strumento tanto diffuso quanto contestato.