Famiglia al centro dell’orientamento per il Futuro dei giovani? La risposta del Ministro dell’Istruzione e del Merito

La fuga dei talenti è forse dovuta ad una struttura poco innovativa, ad un’eccessiva centralità della famiglia e ad un mancato supporto all’orientamento nelle scuole e da parte delle persone preposte alla formazione dei nostri giovani? Il buon senso a volte ci richiede anche uno spirito di autocritica

Durante l’incontro organizzato da l’Unione Cristiana degli Imprenditori Dirigenti (UCID) della sezione di Milano, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Avv. Giuseppe Valditara ha illustrato quale sia la visione del Governo in merito all’Istruzione Italiana.

Il Ministro sottolinea che secondo dati OCSE sulle competenze, si evince che, osservando i risultati delle prove invalsi di matematica, gli studenti italiani si posizionano solo dopo la Corea e il Giappone, ma sopra la Germania e i Paesi del Nord. Tale dato indica, secondo il Ministro, che la qualità della nostra istruzione è valida e permette ai nostri studenti di distinguersi in ambito internazionale.

Particolare rilevanza è stata posta sul Patto per il Sud che si pone come obiettivo l’allineamento delle competenze degli studenti italiani. Diverse sono le operazioni che il governo sta portando avanti dalla definizione degli ordinamenti e i programmi scolastici alla gestione del

Reclutamento del personale scolastico, la formazione, le immissioni in ruolo e le progressioni di carriera del personale docente e amministrativo, inclusi i dirigenti scolastici.

La promozione del merito e dell'eccellenza è al centro delle attività ministeriali, motivo per il quale è stato modificato il nome dello stesso Ministero.

Particolare enfasi è stata posta sulle aree depresse per il riequilibrio territoriale e coordina attività di ricerca educativa e innovazione, anche in collaborazione con enti come l'INDIRE e l'INVALSI. 

Il Ministro ha citato inoltre che il PCTO sia stato sostituito con Formazione Scuola Lavoro, necessario per l’avvicinamento delle nuove generazioni al mondo del lavoro.

L'acronimo PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento), introdotto con la legge 145/2018, ha sostituito quello di Alternanza Scuola-Lavoro (ASL) per enfatizzare l'aspetto dell'orientamento e dello sviluppo di competenze trasversali, diventando un modello di formazione integrato. Successivamente, è emersa la notizia di una nuova trasformazione che porterà i PCTO a essere denominati "Formazione Scuola-Lavoro" (FSL) a partire dalla sessione degli Esami di Stato 2025, con possibile finanziamento attraverso i fondi del PNRR. 

Si è parlato inoltre di Gender Fluid: sul tema il Ministro afferma che non è il ruolo della scuola quello del supporto alla definizione della sessualità degli studenti, bensì il ruolo della Scuola è quello di un supporto all’educazione sessuale intesa come prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili, all’educazione sentimentale, al rapporto non violento di coppia, e alle ripercussioni legali di tutti i comportamenti violenti.

Il Ministro, presentando il suo libro “La Rivoluzione del Buon Senso - per un Paese normale”, pone l’attenzione sulla centralità delle famiglie e sul ruolo educativo delle stesse nell’orientamento delle nuove generazioni. Ciò ha destato perplessità da parte del pubblico presente, che ha evidenziato come spesso le famiglie non riescano a supportare e orientare in modo efficiente i propri figli, proprio per la trasformazione repentina del mondo lavorativo e, a volte dell’impreparazione sulle competenze, soprattutto le digitali.

Altro quesito emerso è relativo al ruolo dei provveditorati regionali e alla comunicazione inerente alle opportunità formative e di finanziamenti allo studio. C’è stata una proposta di incentivazione alla comunicazione e alla diffusione più equa delle informazioni, come leva per una maggiore inclusione e il miglioramento dell’impatto sociale.

 

Inoltre, si chiede un maggiore supporto agli istituti scolastici per lo sviluppo delle competenze trasversali, quali competenze relazionali, rispetto per l’autorità, rapporti con le altre generazioni, con la possibile instaurazione di moduli disciplinari sulle stesse.

Insomma, nonostante la visione strategica e il piano del governo molto chiaro, sembra che i dati OCSE non siano al momento sufficienti per supportare i giovani italiani ad un’integrazione efficiente nel mondo del lavoro, nonostante il supporto da parte delle famiglie (fonte EUROSTAT).

La fuga dei talenti è forse dovuta ad una struttura poco innovativa, ad un’eccessiva centralità della famiglia e ad un mancato supporto all’orientamento nelle scuole e da parte delle persone preposte alla formazione dei nostri giovani? Il buon senso a volte ci richiede anche uno spirito di autocritica. La strutturazione di sinergie con realtà internazionali di eccellenza sia sulle soft che sulle hard skills potrebbe allargare la visione e porci come vettori di un cambiamento necessario per un Paese come l’Italia.

La Fata Cangiante