Consenso prima di rapporti sessuali, Boldrini la spara: "Deve essere scritto un contratto prima e durante l'atto", Fusaro: "Serve anche Pec?"

La proposta Boldrini sul “consenso firmato” prima del sesso scatena ironie: intimità ridotta a moduli e timbri in una "burocratizzazione erotica" secondo Fusaro, intervistato da Il Giornale d'Italia

La piddina Laura Boldrini ne ha sparata un'altra delle sue. In risposta al processo di Ciro Grillo, riconosciuto colpevole in primo grado, insieme agli amici, di violenza sessuale di gruppo, la deputata ha proposto un vero e proprio "contratto" da stipulare "prima e dopo i rapporti sessuali" dalle persone coinvolte. Tante le critiche, fra cui spicca quella dell'opinionista Diego Fusaro: "Dovremo anche mandare una Pec?".

Consenso prima di rapporti sessuali, Boldrini la spara: "Deve essere scritto un contratto prima e durante l'atto", Fusaro: "Serve anche Pec?"

La sentenza che ha condannato in primo grado Ciro Grillo e i suoi amici per violenza sessuale ha riacceso il dibattito politico sul tema del consenso. A parlare è stata Valeria Valente, senatrice Pd, che ha ricordato la necessità di una legge che definisca in modo chiaro che senza un “sì libero, consapevole, esplicito e continuato” non può esserci rapporto, ma solo stupro. Un principio già previsto dalla Convenzione di Istanbul, ma che secondo il Partito Democratico andrebbe tradotto in legge nazionale.

La proposta, rilanciata da tempo da Laura Boldrini, mira a introdurre il concetto di consenso esplicito e reiterato nel codice penale, così da aiutare le vittime nei processi. Non basterebbe quindi l’assenza di un “no”: per evitare ambiguità servirebbe una conferma chiara e verificabile, prima e durante l’atto, attraverso un vero e proprio contratto scritto.

Ed è proprio qui che si concentrano le critiche. In molti parlano di “consenso burocratizzato”: come immaginare, nella realtà, due persone che si fermano a sottoscrivere una liberatoria o a registrare il loro accordo mentre vivono un momento intimo? 

Diego Fusaro ha ironizzato chiedendosi se “servirà inviare anche una PEC prima di fare sesso”. A Il Giornale d'Italia, l'opinionista ha commentato: "Trionfo del nuovo ordine erotico, l'ultima sortita di Laura Boldrini prevede il consenso scritto della donna prima del rapporto sessuale: la burocratizzazione dell'eros, il trionfo dell'assurdo".

Le obiezioni non sono solo di opportunità pratica, ma anche di efficacia: la legge già considera la mancanza di consenso come elemento sufficiente a configurare lo stupro. Introdurre formule più rigide, sostengono i critici, rischia di creare solo confusione e di banalizzare un tema drammatico.

Boldrini respinge però le accuse di voler ridurre il sesso a una pratica notarile. “Il punto non è un contratto scritto – ha spiegato – ma rendere chiaro che il consenso non è presunto, va espresso e rispettato fino in fondo”. Un messaggio che vuole rafforzare la cultura del rispetto, ma che molti giudicano poco realistico da tradurre in norma.