Attacco degli hacker filorussi al sito dell'Autorità che gestisce i porti di Genova, Savona e Vado Ligure

I pirati informatici di Noname non sono riusciti a paralizzare le banchine, ma hanno rallentato il traffico dei dati. Ecco come la polizia postale ha sventato l'assalto

Il primo attacco al sito dell’Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale, che comprende i porti di Genova, Vado Ligure e Savona, gli hacker lo hanno sferrato lo scorso giovedì quando veniva inaugurato il Salone Nautico. Poi hanno continuato ad accanirsi sulle pagine web che gestiscono i traffici delle banchine liguri anche negli altri giorni, contrastati dall’azione degli agenti della polizia postale e dei tecnici di Liguria Digitale, con il supporto dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. I danni sono stati limitati a un rallentamento del flusso dei dati – che ha coinvolto anche il portale della Regione -, ma sono stati ugualmente rivendicati dai pirati informatici filorussi Noname. Con una novità rispetto ai precedenti assalti alla rete informatica ligure: tra i computer utilizzati per far cadere il server dell’Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale molti avevano un indirizzo ip (le indicazioni su posizione, città, regione e paese) che faceva riferimento alla Cina. Particolare che offre un suggestivo scenario geopolitico, grazie anche alla recente visita del presidente russo Vladimir Putin a Pechino.

L’attacco hacker a Genova è stato di tipo DDoS (Distributed denial of service), una tecnica che mette fuori uso i siti internet bersagliandoli con un enorme volume di richieste di accesso. I tecnici di Liguria Digitale, però, seguendo le indicazioni di Sandro Pellerano, dirigente responsabile della sicurezza delle informazioni e dei sistemi informatici, e i poliziotti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Liguria, coordinati da Alessandro Carmeli, hanno rintuzzato l’aggressione cancellando uno per uno i computer che i pirati informatici utilizzavano per inviare le richieste di informazioni che rischiavano di mettere in ginocchio i traffici gestiti dall’Authority. Milioni di azioni durate frazioni di secondo ciascuna, un po’ come quando entra in scena la contraerea durante il lancio di missili.

Ma Genova non è l’unica città a essere finita nel mirino di Noname. Altri porti italiani hanno avuto problemi a causa degli assalti DDoS. Anche se i disagi maggiori si sono registrati nei più grandi aeroporti europei, con ritardi e cancellazioni dovuti a un virus informatico (malware) che ha disattivato i sistemi di check-in automatico e gestione bagagli forniti dall'azienda statunitense Collins Aerospace. Decine di voli e migliaia di passeggeri sono rimasti a terra tra venerdì e lunedì scorso. Particolarmente colpita la Germania, tra i Paesi che stanno offrendo maggiore supporto all’Ucraina.