20 Settembre 2025
Sono diverse le domande a cui deve rispondere l’inchiesta sul bimbo caduto dal terrazzo della scuola De Amicis di Voltri, quartiere del ponente di Genova, e sui cui lavorano gli investigatori della squadra mobile su delega del pm Luca Monteverde. Tra queste, la portafinestra della scuola da cui il piccolo è uscito per precipitare da oltre cinque metri era chiusa o aperta? Il terrazzino della struttura è o no a norma di legge? E ancora il maestro e l’operatrice scolastica a cui era stato temporaneamente affidato il compito di vigilarlo in assenza della sua maestra di sostegno avevano ricevuto un incarico formale o si è trattato solo di una scelta presa al volo? E da parte di chi? Ancora: per quanto tempo il bambino è scomparso alla vista di chi doveva sorvegliarlo prima dell’esito tragico?
Il piccolo, che era iscritto da pochi giorni in quella sezione destinata a bambini che necessitano di programmi specifici e risorse dedicate di sostegno, si è allontanato ed è salito su una scala senza corrimano che conduce a una portafinestra che forse era socchiusa oppure no, visto che non ci sono telecamere in quell’area. Da lì il bimbo è arrivato al terrazzino. Probabilmente è riuscito ad arrampicarsi sul cornicione e poi è precipitato. L’unica testimone oculare del tragico esito di quello che è accaduto al Polo Res dell’istituto comprensivo di Voltri è la passante che l’ha visto precipitare a pochi metri da lei mentre percorreva la stradina davanti alla scuola dentro il parco Villa Duchessa di Galliera. Ma la donna è ancora sotto choc, forse gli investigatori la potranno ascoltare oggi.
Ai fini di accertare le responsabilità del tragico incidente, sarà decisivo capire con precisione cosa è accaduto dentro la scuola. Il bimbo fin dal primo giorno di inserimento al Polo Res aveva la sua maestra di sostegno che non lo perdeva mai di vista. Probabilmente aveva capito che il piccolo non poteva essere lasciato solo nemmeno per un secondo. Ma giovedì aveva chiamato la scuola perché era malata. Così è stato affidato, non è chiaro che in modo formale o no a un altro maestro e a un’operatrice, visto che normalmente in caso di assenza di un solo giorno non viene disposta una supplenza vera e propria. Nel polo Res sono ospitati 13 bambini con altrettanti maestri di sostegno, oltre al personale Osa e Ose. Un rapporto di uno a uno quindi, Ma ieri gli insegnanti erano 12 per 13 bimbi, che hanno disabilità medio-gravi. Perché il piccolo è stato perso di vista? Forse il maestro era impegnato con un altro bambino? Probabilmente è bastata la distrazione di un momento e forse gli insegnanti e gli operatori non conoscevano bene quel bimbo, che a scuola era accompagnato dai volontari della Misericordia e hanno sottovalutato i rischi.
L’ipotesi di reato ancora non è stata definita. Quando saranno individuati i presunti responsabili dell’incidente la procura dovrà sceglie se addebitare un reato colposo (in questo caso, se come tutti si augurano il piccolo si riprenderà, ma le sue condizioni sono tuttora molto gravi, lesioni colpose) oppure un reato doloso, l’abbandono di minore. Quest’ultima ipotesi di reato si configura quando consapevolmente si lascia da solo un minore esponendolo quindi a un rischio. L’esempio più tipico è quando un genitore esce di casa lasciando un bambino incustodito. In un caso come questo, tuttavia, per configurare il reato occorrerà attendere l’esito delle indagini della squadra mobile.
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