Scontro Iacchetti-Mizrahi, io sto con il primo e non capisco tanta timidezza da parte del centrodestra su Gaza

Quello di Iacchetti è stato lo sfogo di molti. A maggior ragione quando Mizrahi ha messo in dubbio i numeri delle vittime e “giocava dialetticamente” sulle vittime

Debbo dirlo con amarezza e sincerità, per quanto fosse prevedibile: lo sfogo di Enzo Iacchetti contro - sì, contro - il presidente dell’associazione “Amici di Israele” Eyal Mizrahi, un signore che per chi ha avuto modo di vedere la trasmissione o alcuni momenti salienti era sorprendente per il cinismo con cui ha “letto” la guerra di Israele a Gaza.
Le immagini sono lì da vedere e penso che ormai lo scambio tra i due sia abbastanza noto. Oltre alla solita litania per cui la responsabilità di ciò che sta succedendo a Gaza sia di Hamas dopo gli attacchi del 7 ottobre, quel che sorprendeva era la freddezza con cui trattava il massacro dei palestinesi e la sostituzione etnica in corso. Lo sdegno di Iacchetti («Come si fa a sostenere che gli israeliani non sono responsabili di quanto sta accadendo, quando sono già morte quasi 70 mila persone e 20 mila bambini?») è stato lo sfogo di molti. A maggior ragione quando Mizrahi ha messo in dubbio i numeri delle vittime e “giocava dialetticamente” sulle vittime.


Onestamente diventa sempre più difficile essere amici di Israele quando gli “Amici di Israele” mandano in televisione gente così. E quando - con fare strafottente e sapendo di usare quel termine con sottile perfidia - ha apostrofato Iacchetti come “fascista” è successo il finimondo. Iacchetti si è difeso come meglio ha ritenuto opportuno fare e non devo certamente aggiungere qualcosa, quel che mi provoca ormai disgusto è l’uso vigliacco - sì, vigliacco - del termine “fascista” come ha fatto l’israeliano Mizrahi. Il quale mi ha davvero fatto schifo - caro direttore, se vuoi puoi censurare la parola ma io non trovandone altro la scrivo - per la strafottenza, supponenza o razzismo con cui chiedeva ironicamente cosa intendesse per “bambino”. Quando vidi al cinema “Rapito” sulla storia dei bimbi ebrei rapiti e convertiti a forza dalla Chiesa, non ebbi dubbi su quei bambini. Mizrahi pensa invece che i bambini siano da distinguere?


Quindi Iacchetti ha parlato anche per me, ha detto le stesse cose con la stessa rabbia. E ho provato disgusto per quel signore. Ora mi domando: ma perché il centrodestra è così timido? Perché da parte del governo o dei suoi partiti ci sia così tanta timidezza nel dire con forza che a Gaza si sta consumando un massacro e che Netanyahu è un criminale e un fanatico cui la Comunità internazionale sta regalando lo spazio politico e militare - UNILATERALE - per fare quel che vuole?
Al centrodestra dico che ci sono tanti suoi elettori che sono in imbarazzo per il silenzio e la timidezza; sono arrabbiati perché nessun loro leader si sta realmente indignando. Per non parlare della “stampa di area”: davvero in quelle redazioni - e lo dico ai miei amici - pensano di poter commentare quel che sta accadendo a Gaza riconducendo ogni cosa ad Hamas? Se sì - e può essere una opzione, per carità - allora non possono nascondere ai loro lettori che Hamas è stata finanziata da Israele, da Netanyahu, allo scopo di seminare zizzania tra i palestinesi e che Hamas è finanziata oltre che coperta dal Qatar, tanto che l’emiro Al Thani era personalmente ai funerali dei cinque membri di Hamas uccisi a Doha dal bombardamento israeliano. E allora domando: i soldi di chi finanzia Hamas vanno bene per gli asset italiani?


Lo stato della Palestina sta nelle relazioni internazionali dell’Italia e grandi politici della Prima Repubblica hanno preso posizione in maniera netta a favore della Palestina. E lo hanno fatto guardando alla stabilità dell’area mediorientale del Mediterraneo per il bene e l’interesse dell’Italia. Il Lodo Moro e certe relazioni erano un patrimonio politico di gente che oggi non avrebbe avuto dubbi nel condannare senza se e senza ma l’operato di Israele a Gaza. Se l’etichetta di ProPal imbarazza perché ormai è appannaggio della sinistra, il centrodestra abbia il coraggio di essere FiloPal, ostentando la bandiera e senso di fratellanza. Non fosse altro perché il giorno in cui a causa della sostituzione etnica (5 milioni di persone via dalla Striscia e dalla Cisgiordania) provocata da Israele arriveranno in Italia e in Europa, faremo i conti con gente che ci odierà. E il fanatismo islamico avrà terreno fertile nell’odio che quel criminale sta seminando: Israele deve stare tranquilla (sebbene abbia finanziato Hamas…) mentre l’Italia e l’Europa diventeranno bersaglio, a causa della incapacità di fermare Netanyahu, a Gaza come in Cisgiordania.

Di Gianluigi Paragone