Sulmona, 12enne abusata, spunta terzo indagato: 17enne presunto autore di un video, i 2 cugini accusati ora di violenza sessuale in concorso

Gli abusi sarebbero iniziati nel giugno 2023, in un parcheggio coperto in pieno centro. Da allora, due anni di stupri e minacce nei quali gli indagati filmavano le violenze minacciando di diffondere online il materiale pornografico

Si allarga la platea degli indagati sulla terribile vicenda della ragazzina 12enne di Sulmona (L'Aquila) vittima di stupro da parte di due cugini di 14 e 18 anni accusati di violenza sessuale aggravata e revenge porn. Vi sarebbe infatti un terzo indagato nel caso: di nuovo un minore di 17 anni, ritenuto il presunto autore di un video che immortala la giovanissima vittima.

La lista degli indagati si allunga con un nuovo sospettato: un 17enne che, secondo gli inquirenti, avrebbe contribuito a produrre materiale pornografico immortalando la 12enne mentre subiva le violenze da parte dei suoi aguzzini. Video che sarebbe poi circolato online su un gruppo WhatsApp lo scorso luglio, convincendo così l'adolescente a parlare, raccontando ai suoi famigliari le violenze psico-fisiche subite da quando aveva 10 anni. Ora dunque il nuovo indagato è accusato di violenza sessualerevenge porn, mentre il 14enne ed il 18enne dovranno ora rispondere anche di violenza sessuale in concorso. Non si esclude che la lista degli indagati possa ulteriormente allungarsi: il materiale pornografico caricato online dagli indagati potrebbe infatti essere stato inviato altrove considerato che nella chat WhatsApp dov'è stato caricato il video erano iscritte una quarantina di persone.

A quanto emerge dalle prime ricostruzioni degli inquirenti, era il cugino più piccolo a convincere la vittima a seguire lui e il 18enne in casa. Cugino di cui sembra che la vittima, a 10 anni, si fosse invaghita. Poi, una volta a casa, le violenze che venivano filmate dagli aguzzini che, a turno, si alternavano come videomaker e violentatore. Un'orrore, come ha raccontato la stessa adolescente, che sarebbe iniziato a 10 anni, nel giugno 2023, per poi continuare i due anni successivi. Tutto sarebbe iniziato in un parcheggio coperto in pieno centro: lì forse il primo video, poi servito agli aguzzini per ricattarla e minacciarla. "Non potevo fare a meno di incontrarli. Dovevo andare perché mi minacciavano dicendomi che se rifiutavo l'incontro, avrebbero poi inviato i filmati a tutti i miei amici". La minaccia dunque per ottenere in cambio nuove prestazioni sessuali. L'ipotesi è che, dopo due anni di abusi, la vittima abbia iniziato a negarsi fino alla pubblicazione in chat di materiale osceno. Per oggi, 17 settembre, il Tribunale dei minori dell'Aquila ha fissato un interrogatorio protetto per ascoltare la vittima con l'assistenza di psicologi ed esperti.