15 Settembre 2025
Roberto Saviano, lo scrittore simbolo dell’antimafia, non piange per la morte di Charlie Kirk, l’influencer trumpiano ucciso nel campus della Utah Valley University. E Giuseppe Cruciani, voce provocatoria de La Zanzara, esplode come un petardo a Ferragosto.
"Aberrante!” tuona Cruciani dal palco di Liguria d’Autore a Rapallo. “Saviano ha detto che non si accoda al coro della pietà, che bisogna distinguere tra l’uccisione di una persona e di un’altra. Ma come si fa a dire una cosa simile per un ragazzo di 31 anni, col solo torto di avere idee conservatrici su aborto, femminismo e razza?”.
Davvero Charlie Kirk era solo “un ragazzo con idee”? Oppure era il megafono di un certo tipo di estremismo ben confezionato, che ha diviso l’America e alimentato tensioni ovunque mettesse piede?
Saviano, dal canto suo, non ha festeggiato la morte. Ha semplicemente detto: non tutte le vite pesano allo stesso modo, e forse è il momento di iniziare a parlarne senza ipocrisie.
Ma in un mondo dove la morte santifica tutto, si può ancora ragionare senza finire sbranati in diretta radio?
Di Aldo Luigi Mancusi
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