Genova, donna morta dopo il volo giù dalle scale, il medico legale trova delle fratture misteriose

Al vaglio degli inquirenti l’ipotesi delle percosse. Andranno datate per scoprire se siano riconducibili alle fasi precedenti la caduta dal sesto piano

Dai primi riscontri dell’autopsia emerge la presenza di ulteriori fratture, rispetto a quelle già individuate nel sopralluogo immediatamente successivo alla tragedia, sul corpo di Evelin Moori Chamorro. La trentenne di nazionalità peruviana morta poco dopo le 2.30 di lunedì mattina precipitando nella tromba delle scale del palazzo in cui abitava, il 39b di salita superiore della Noce, a San Martino. Dopo una lite esplosa con il compagno.
Il medico legale, in quella ricognizione preliminare, aveva individuato fratture agli arti inferiori, verosimilmente dovute all’impatto sul pavimento dell’androne del palazzo dopo la caduta. E ad alcune costole, che però avrebbero potuto anche essere state causate dalle manovre dei soccorritori compiute nel tentativo di rianimare la donna. Ma, come detto, dall’esame autoptico, sempre affidato dalla Procura a Bedocchi, ora sono emerse ulteriori lesioni ossee e gli inquirenti vogliono comprendere se queste siano riconducibili a percosse subite da Moori o siano compatibili con la caduta. E, nel primo caso, quando sarebbero state provocate. In particolare se a ridosso della tragedia, durante la lite furibonda di cui hanno parlato alcuni vicini di casa ascoltati dagli investigatori della squadra mobile.
Per questa tragedia è indagato il compagno di Moori, un connazionale di 32 anni. È accusato di omicidio preterintenzionale. Gli inquirenti vogliono comprendere se la donna sia caduta perdendo l’equilibrio oppure se sia precipitata per un colpo ricevuto durante un’eventuale colluttazione con l’uomo. E proprio queste fratture emerse durante l’autopsia potrebbero fornire elementi utili. Grazie ad alcuni esami specialistici potranno essere collocate nel tempo e, incrociando questi dati con le testimonianze che gli investigatori stanno raccogliendo, si chiarirà se Moori sia stata picchiata prima di morire.
Importanti potrebbero essere in questo senso anche le dichiarazioni di altre due persone che, secondo la prima ricostruzione dei fatti, erano presenti nell’abitazione durante la lite. Cioè la cognata di Moori e il compagno di quest’ultima, assieme al loro figlio. Secondo i famigliari della vittima, proprio la presenza in casa da tempo di questo secondo nucleo che conviveva con la trentenne, il suo partner e le loro due figlie, creava tensioni. La madre di Moori ha raccontato di come questi coinquilini si fossero installati nell’appartamento senza una richiesta ai servizi sociali. Che seguivano la vittima e la sua famiglia. Ricordiamo che nei primi due piani del civico 39b di salita superiore della Noce ci sono alcune strutture dei servizi sociali e l’intero caseggiato è di proprietà del Comune, che ha riadattato una serie di altri locali pensati per ospitare uffici in alloggi in gran parte destinati a sistemazioni d’emergenza. Ecco, non è ancora chiaro se quei due coniugi abbiano assistito al momento esatto in cui Moori è caduta.