Sloane Avenue, Alta Corte di Giustizia dichiara la "buona fede" di Raffaele Mincione e respinge accuse Vaticano: "Nessuna frode"
I giudici respingono le accuse del Vaticano di disonestà, frode e cospirazione nei confronti di Mincione
L'Alta Corte di Giustizia di Inghilterra e Galles si è pronunciata sulla buona fede di Raffaele Mincione in merito al procedimento legale avviato contro la Segreteria di Stato Vaticana in merito al processo sullo Sloane Avenue, il palazzo di Londra. I giudici hanno accettato le tesi del finanziere in 29 dichiarazioni su 31 e lamentando solo una mancanza di trasparenza nella comunicazione. Hanno respinto le accuse del Vaticano di disonestà, frode e cospirazione nei confronti di Mincione, WRM Capital Asset Management Sarl e del fondo lussemburghese Athena Capital.
Sloane Avenue, Alta Corte di Giustizia dichiara la "buona fede" di Raffaele Mincine e respinge accuse Vaticano: "Nessuna frode"
La Corte ha dato ragione a Mincione, respingendo tutte le gravi accuse di disonestà, frode, rappresentazione fraudolenta e cospirazione mosse dal Vaticano: "Gli Attori … beneficiano anche di una serie di conclusioni in questa sentenza, non oggetto delle dichiarazioni richieste, che respingono accuse molto gravi mosse contro di loro. In questa sede ho potuto e colto l'opportunità di trattare particolari accuse, tra cui quelle di disonestà e di cospirazione. Gli Attori hanno diritto a tali conclusioni in relazione a tali accuse".
La Commercial Court inoltre:
- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui non c'è stata una vera e propria trattativa che ha portato all’operazione del 2018 o che particolari caratteristiche dell’operazione del 2018 dimostrano che non si tratta di un’operazione genuinamente negoziata;
- ha riconosciuto che l'edificio al numero 60 di Sloane Avenue è un edificio "unico" con una facciata che è "importante, storica e distintiva nel suo design e che includeva terracotta di provenienza locale"
- ha riconosciuto l'opinione del sig. Mincione secondo cui gli Attori, attraverso l’operazione del 2018, non stavano vendendo al Vaticano un edificio ma un progetto di riqualificazione;
- ha accettato le prove di esperti indipendenti secondo cui il valore di 275 milioni di sterline, che la Commercial Court ha riscontrato essere stato attribuito dal sig. Mincione alla proprietà di 60 Sloane Avenue poco prima dell’operazione del 2018, era un valore di mercato sostenibile per la proprietà nel 2018, sebbene siano state mosse alcune critiche al sig. Mincione per non aver spiegato al Vaticano all'epoca in modo più dettagliato le ipotesi utilizzate per calcolare tale somma. La constatazione della Commercial Court che 275 milioni di sterline erano un valore di mercato sostenibile per la proprietà di 60 Sloane Avenue al momento dell’operazione del 2018 è significativa; quando la questione è stata sottoposta in questo procedimento alla Corte d'Appello nel luglio 2022, la Corte d'Appello ha rilevato che: "Se la Segreteria ha pagato il prezzo di mercato o giù di lì, ha ottenuto un bene che valeva quanto ha pagato e (in ogni caso per quanto riguarda l’Operazione) non sembra avere alcun motivo valido per lamentarsi";
- ha respinto l'argomentazione del Vaticano secondo cui la ricerca da parte degli Attori di una somma di 40 milioni di sterline come pagamento a saldo nell'ambito dell’operazione sarebbe stata disonesta, costituiva un grave illecito e non dimostrava un'adeguata negoziazione;
- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui il sig. Mincione avrebbe sempre saputo che il sig. Torzi intendeva perpetrare una frode ai danni del Vaticano;
- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui il sig. Mincione sapeva che il sig. Torzi avesse intenzione di agire in violazione dei doveri verso il Vaticano nel novembre 2018;
- ha respinto l'affermazione del Vaticano secondo cui gli Attori erano “membri strumentali” di una cospirazione per ingannare il Vaticano e arricchirsi.
L'Alta Corte terrà un'ulteriore udienza a tempo debito per decidere i provvedimenti conseguenti, tra cui il riconoscimento delle spese legali.
Le dichiarazioni di Raffaele Mincione
Queste le dichiarazioni di Raffaele Mincione: "La sentenza emessa oggi dalla Commercial Court mi ha restituito la fiducia nella giustizia. Spero che questo riconoscimento mi restituisca la possibilità di essere ascoltato in maniera imparziale e senza pregiudizi dalle autorità e dagli organi di stampa. Sono molto orgoglioso di essere un cittadino britannico e di far parte di un Paese in cui prevalgono la giustizia e il giusto processo. È un sollievo che, dopo anni in cui sono stato ingiustamente accusato dal Vaticano di aver rubato il suo denaro, la Commercial Court inglese abbia respinto in toto la tesi del Vaticano secondo cui io, il fondo Athena Capital o WRM Group siamo stati disonesti nel perpetrare una frode o abbiamo fatto parte di una cospirazione in relazione alla trattativa e alla vendita dell'edificio 60 Sloane Avenue nel 2018.
Sono anche rincuorato dall'accettazione, da parte della Commercial Court, delle prove dettagliate presentate dagli esperti durante il processo, secondo cui 275 milioni di sterline rientravano nell’intervallo di valori di mercato ragionevoli per l'edificio di 60 Sloane Avenue nel 2018, e che il pagamento di 40 milioni di sterline richiesto dal fondo Athena Capital di WRM nella vendita era ambizioso ma non indicativo di un grave illecito, come aveva sostenuto il Vaticano. Ho sempre creduto nel progetto immobiliare di 60 Sloane Avenue e mi sento vendicato. È un grande peccato che alla fine il progetto immaginato da Sir David Chipperfield non si sia realizzato e posso solo sperare che forse un giorno lo sarà.
Vorrei aggiungere questo. Sono un imprenditore. Il Vaticano è uno Stato sovrano con grandi consulenti finanziari istituzionali intorno a sé, con la sua Banca Vaticana e la sua Autorità di Informazione Finanziaria.
Spero che la sentenza possa mettere a tacere una volta per tutte le affermazioni secondo cui io sarei disonesto, o un truffatore, o un criminale".