Ancora su Burioni: non per polemizzare e neanche per denunciare, solamente per capire, ammesso sia ancora possibile
Non è facile decifrare un medico che si lascia andare a provocazioni deliranti verso i malati: forse anche lui risente della degenerazione del costume civile, della scomparsa definitiva dei valori etici elementari.
Torno, malvolentieri, su quell'incredibile personaggio che risponde al nome di Roberto Burioni perché confesso di non riuscire a capire uno che a 60 anni suonati, medico, primario, docente universitario, arriva a certe provocazioni mortificanti per chi le esprime, come gli insulti, davvero impensabili, rivolti al cardiologo Giuseppe Barbaro il quale non so se lo querelerà, aggiungendosi ad una lista che minaccia di farsi sconfinata: tra gli altri, il Comitato Ascoltami diretto da Federica Angelini, e il Comitato Class Action Vaccino Covid 19 del poliziotto sindacalista Antonio Porto. Burioni negli anni si è comportato come chi è sicuro di godere di chissà quale impunità e finora gli è andata bene, ma non è detto che il vento non stia cambiando: non si può tollerare in eterno chi definisce con epiteti animaleschi prima i contrari al vaccino, poi le vittime di vaccino, tra le quali 50 agenti di polizia nella sola metà di quest'anno. Chi è questo Burioni? Perché si comporta così? C'è chi insinua stia cercando candidature, ma questo poteva avere senso all'inizio: adesso un atteggiamento del genere non è altro che controproducente, pur tenendo conto della discutibile tendenza dei partiti a reclutare la qualunque pescando fra pregiudicati, falliti, inetti, parenti di vittime, carnefici, senza discernimento, per puro calcolo elettorale. Ma è difficile piazzare un medico che passa il suo tempo a coprire di contumelie i malati. Altri sospettano che, una volta realizzato d'essersi spinto troppo oltre, Burioni stia cercando di blindarsi in qualche Parlamento con l'immunità: stesso discorso. Resta la logica, misteriosa, di uno di 60 anni che ritenendosi uomo di scienza si comporta da ultrà. “Cari agenti, salvo rarissimi e lievi casi di miocardite che si sono risolti da soli, nessuno ha sofferto per il vaccino a mRNA conro il COVID più di un poco di febbre e dolore al braccio. Chi serve lo Stato dovrebbe dare il buon esempio e non diffondere pericolosissime bugie”.
Pericolosissime bugie gli effetti nefasti e conclamati di un vaccino tra i quali cancri, patologie cardiache, morti improvvise, stati di invalidità permamente e irreversibile? Ma lui dà dei disagiati mentali ai lesionati riuniti in un comitato scatenando un turbine di commenti più sorpresi che indignati da mezzo mondo politico, al che non trova di meglio che cancellare tutto e chiudere. Ma non sa tenersi, subito torna con nuove provocazioni. Di che ha paura questo virologo? Che escano gli studi che stanno uscendo, le conferme che pretende vengano ancora oscurate o ridicolizzate? Lui coi suoi tweet immaturi contro le 500mila pagine di ammissione della stessa Pfizer. Dice bene la parlamentare Buonguerrieri, i malati sono gente che si è fidata dello Stato, di medici come lui e adesso non vivono più. E questo li prende in giro, li umilia? Si può capire che uno abituato al pulpito televisivo senza contraddittorio perda a lungo andare la percezione del confronto, ma se la scienza “non è democratica”, luogo comune tutto da precisare, dovrebbe esserlo l'educazione minima che tiene conto di una tolleranza civile, democratica. Non per dire che tutto debba passare con dignità di pari valore, se le eresie, le scempiaggini ci sono è giusto vengano sbugiardate; ma qui chi è da sbugiardare? I novax, i fanatici, gli ipocriti, e concediamo benissimo che non me manchino, anzi siamo i primi a denunciarne l'inaffidabilità, il velleitarismo, l'opportunismo, non scevro da malaffare; oppure una “scienza”, parlo in senso generale, che in 4 anni si è contraddetta le infinite volte, che è scaduta nella propaganda e nel carrierismo, pesantemente sovvenzionata dai produttori dei farmaci che si volevano imporre, servita in non pochi casi a ricavarsi un percorso politico, irresponsabile nel pretendere vaccinazioni a oltranza, ripetutamente garantite, salvo sfilarsi alla evidenza che quei vaccini non servivano, non proteggevano, andavano ripetuti non ogni 10 anni ma ogni 10 settimane? “Ah, non chiedete a me, chiedete ad Astrazeneca” trillava Burioni, ma era lo stesso che fino al giorno prima cinguettava “Scegliete Astrazeneca, è sicuro e efficace”. “Forse ci siamo. I risultati preliminari del vaccino Pfizer sembrano ottimi”. Poi arrivano le cinquecentomila pagine, gli Pfizer Papers, per dire che proprio ottimi non erano.
A fronte di simili, opinabili certezze, uno avrebbe il dovere di coscienza di chiedere scusa o se non altro di tacere, di sparire. Non di moltiplicare l'arroganza. E non basta dire “ah, ormai questo lo conosciamo”. No, non lo conosciamo affatto, non possiamo sapere perché un uomo di scienza e di docenza di 60 anni si comporti come neanche un bullo di 16. Ma forse anche lui risente della degenerazione del costume civile, della scomparsa definitiva dei valori etici elementari. Le sue insolenze hanno da ultimo provocato una segnalazione da parte di una associazione Arbitrium PSG (pronto soccorso per la tutela dei diritti inviolabili) al ministro della Salute, Schillaci, al presidente nazionale dei medici, Anelli, a quello di Pesaro Urbino, Battistini, al magnifico rettore dell'Università Vita-Salute San Raffaele, Gherione, eccetera. Ma sa più di iniziativa patetica. Se fino ad oggi ha potuto dare dei cani e dei sorci a tutti quelli che gli stavano antipatici. Sarebbe da procedere con le denunce penali unite a richieste di risarcimento civile, unica cosa che scoraggia certi comportamenti, ma anche qui si presume il vicolo cieco, stante l'atteggiamento della stragrande parte della magistratura. Senonché queste, in fondo, sono ritorsioni anche secondarie; resta da capire, e non è facile, la psiche di uno che, nel suo ruolo e nella sua anagrafe, trova modo di scrivere spiritosaggini deliranti ma penose quali “Ho il porto d'armi e sto sperimentando nuove strategie di obbligo vaccinale pe i più recalcitranti”, “Tu non fai male a nessuno, io sì, ho una pistola che spara siringhe con vaccino mRNA e tu stramazzi immediatamente per un malore improvviso”. Che è quanto succede da 4 anni con spaventosa, crescente frequenza. In passato ho augurato al soggetto in questione di trovarsi al posto mio, sulla mia poltrona da chemio, a curarsi un linfoma riconosciuto come effetto di slatentizzazione da vaccino. Adesso mi contenterei di capire cosa passa nella testa di un sessantenne forse stordito da esubero di notorietà, che mi pare sempre più fuori controllo.