Giorgia Meloni furente con la Russia di Putin per le liste dei russofobi: la metamorfosi kafkiana

Una vicenda incredibile, che deve essere commentata

Giorgia Meloni è furente con la Russia, che ha osato stilare le liste dei russofobi; liste nelle quali oltretutto è finito anche il nome del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È stato prontamente convocato l'ambasciatore russo. Una volta di più, Giorgia Meloni si conferma allineata alla narrazione dominante, quella che, prima di diventare presidente del Consiglio, diceva di voler rovesciare e combattere. Giova rammentare che ella non si era adirata quando sulle prime pagine dei giornali italiani comparivano le liste dei cosiddetti putiniani, vere e proprie liste di proscrizione con i nomi di tutti coloro i quali, in quanto disallineati alla narrazione dominante, venivano stigmatizzati come sostenitori di Putin. Quelle liste evidentemente le andavano bene. E Giorgia Meloni neppure si era opposta all'osceno paragone tra la Russia di Putin e il terzo Reich di Hitler. Come non mi stanco di dire da tempo, il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, dovrebbe ormai già da tempo essere riqualificato come fratelli di Bruxelles o fratelli di Nato. La metamorfosi kafkiana, politicamente parlando, di Giorgia Meloni è sotto gli occhi di tutti: diceva di voler combattere l'Unione Europea, che adesso sostiene pienamente; diceva di volersi opporre al mondo monopolare statunitense, che ora supporta incondizionatamente; diceva di voler riconoscere lo Stato palestinese, che ora - difendendo le politiche di Netanyahu - dice non essere il momento giusto per riconoscere. Come sempre, destra e sinistra, nel quadro della globalizzazione turbocapitalistica, coincidono perfettamente in quanto articolazioni del partito unico fintamente pluralistico del capitale.

di Diego Fusaro