Bologna, dopo Gergiev censurato anche Romanovsky, annullato concerto del pianista ucraino: "È filorusso, suonò davanti macerie di Mariupol"
Una scia di censura che non accenna a fermarsi e che adesso tocca anche Bologna ed il pianista ucraino Alexander Romanovsky. È lui la seconda "vittima" dopo Gergiev.
Dopo Gergiev censurato anche Alexander Romanovsky. A Bologna, annullato il concerto del pianista ucraino che si sarebbe dovuto esibire il prossimo 5 agosto: il suo nome era tra quelli presenti per la rassegna Cubo Live, ai Giardini di Porta Europa, ma il suo destino è stato simile a quello del direttore d'orchestra russo. "L'incanto delle musiche di Chopin eseguite dal grande pianista ucraino Alexander Romanovsky", recitava il claim. Ma l'esibizione non avverrà. Il motivo? Il 40enne è accusato di aver suonato davanti alle macerie del teatro di Mariupol.
Bologna, dopo Gergiev censurato anche Romanovsky, annullato concerto del pianista ucraino
Una scia di censura che non accenna a fermarsi e che adesso tocca anche Bologna ed il pianista ucraino Alexander Romanovsky. È lui la seconda "vittima" dopo Gergiev. La conferma è arrivata dal primo cittadino Matteo Lepore, che ha risposto a una richiesta del senatore di Azione Marco Lombardo che nella mattinata di lunedì gli aveva sottoposto la questione.
"La decisione di annullare il concerto di Romanovsky a Bologna da parte del Sindaco Matteo Lepore, Unipol e Musica Insieme è giusta e tempestiva. Da Caserta a Bologna, quando la società civile si attiva insieme alle istituzioni si difende la democrazia dalle ingerenze straniere", ha scritto Lombardo su X che festeggia in questo modo la censura verso Romanovsky. Quest'ultimo avrebbe la colpa di essersi esibito nel 2022 "sulle macerie del teatro di Mariupol, cittadina devastata dagli invasori russi, simbolo della ferocia dei fascio-putiniani", come asserito dal Partito Liberaldemocratico di Bologna.
L'Italia è uno dei Paesi più toccati dalla censura dell'arte. A Caserta, è stato annullato il concerto del direttore d'orchestra russo Valery Gergiev, che avrebbe dovuto esibirsi alla Reggia il prossimo 31 luglio. Concerto annullato per via delle sue posizioni di sostegno alla Russia nella guerra in Ucraina e null'altro. Un episodio simile lo aveva visto coinvolto già nel 2022 poco dopo lo scoppio del conflitto. A Gergiev non fu permesso di esibirsi al Teatro alla Scala di Milano.