Genova, reti a strascico illegali e pesca senza tracciabilità, maxi multe a pescherecci e pescherie

Gli ispettori della Guardia Costiera si sono spinti anche a Milano: in un ristorante etnico del quartiere Chinatown trovati gamberi vivi e specie aliene invasive

Giro di vite della Guardia Costiera di Genova contro la pesca illegale in Liguria. Tre le operazioni delle forze dell'ordine del mare. Nella prima le barche pescavano con reti a strascico con maglie di apertura inferiore ai limiti consentiti dalla normativa europea. Per questo motivo, la Capitaneria ha sequestrato le reti e il pescato, comminando una sanzione amministrativa di 2.000 euro ai comandanti dei pescherecci coinvolti, oltre a una penalizzazione di 7 punti sulla licenza di pesca secondo il sistema a punti previsto dal Regolamento UE. L'attività di pesca illegale è stata fatta nelle acque del Golfo dei Poeti a Lerici (La Spezia). La guardia costiera ha intensificato i controlli sulle tecniche di pesca a strascico e al palangaro, impiegate rispettivamente per la cattura di specie da fondale come il gambero rosso e lo scampo, e per grandi pelagici quali il tonno rosso e il pesce spada.

A Genova, un’ispezione in una pescheria nel centro storico ha portato alla contestazione di una violazione per l’acquisto di prodotti ittici da un pescatore ricreativo, pratica vietata che compromette la tracciabilità del pescato, fondamentale per la sicurezza alimentare e per garantire l’origine dei prodotti. Al titolare della rivendita è stata inflitta una sanzione di 1.500 euro e disposto il sequestro del pescato. Gli ispettori della Guardia Costiera di Genova sono intervenuti anche a Milano, in un ristorante asiatico nel quartiere di Chinatown, dove sono stati trovati crostacei e molluschi vivi privi di documentazione di tracciabilità e autorizzazioni all’importazione. Tra gli esemplari sequestrati, circa 20 chilogrammi di animali vivi, figurano il gambero della Louisiana e gasteropodi d’acqua dolce, specie aliene invasive la cui detenzione e commercio sono regolamentati per la tutela della biodiversità. L’intervento ha visto la collaborazione dell’Agenzia di Tutela della Salute di Milano e del personale CITES dei Carabinieri Forestali.