Omicidio Nada Cella, in una foto ingrandita mostrata in aula le tracce lasciate dall’arma del delitto

Lo stampo sul muro, i frammenti di intonaco e la vernice verde di una vecchia pinzatrice mai trovata. La ricostruzione del delitto dei consulenti di parte civile

Un ingrandimento di una foto della polizia scientifica scattata sul muro insanguinato accanto alla scrivania di Nada Cella aggiunge, secondo l’accusa un altro pezzetto di verità sull’arma impropria usata per uccidere Nada Cella. Una pinzatrice verde, di quelle che all’epoca e proprio di quel colore si trovavano normalmente in tutti gli uffici. Un ingrandimento che mostra uno stampo sul muro e un segno di vernice di poco più di un centimetro che nessuno prima si era mai preso la briga di fare, visto che l’arma non è mai stata trovata.

L’ingrandimento è stato mostrato in aula durante l’esame del consulente di parte civile, l’ex dirigente di Polizia Silvio Bozzi, esperto di tecniche scientifiche: “Si tratta di una fotografia che ha destato la mia attenzione – ha spiegato Bozzi in aula – perché sul muro insanguinato si trova un’unica piccola area senza schizzi di sangue e un segno marcato di asportazione dell’intonaco con frammenti finiti sul pavimento, asportazione determinata da un oggetto dotato di spigoli”. E l’ingrandimento di quell’immagine della parte bassa del muro rivela di più: una traccia evidente di vernice verde nella zona in cui Nada fu probabilmente colpita mentre era a terra. Gli ultimo colpi sferrati con rabbia. Bozzi ha parlato di una “coazione a ripetere” che in gergo tecnico individua un continuare a ripetere un’azione ormai in modo incontrollato con minor forza e meno precisione, tipico del delitto d’impeto.

Bozzi, così come il medico legale Marcello Canale sentito anche lui oggi come consulente, hanno detto – dopo che sono state loro mostrate le foto dell’autopsia – che le lesioni alla testa e al viso di Nada Cella sono “compatibili con gli spigoli di una pinzatrice”. Quell’arma, appunto non è mai stata trovata: ne fu trovata una nella borsa di un agente della scientifica, presa per sbaglio ma non insanguinata, ma è molto probabile che nello studio di un professionista che aveva una segretaria e una praticante ce ne fosse più d’una.