Chiara Petrolini, ex fidanzato Samuel Granelli avrebbe tenuto i bambini, avvocato Moschioni: “Ha la necessità sapere perché lo ha fatto”
Durante l'udienza, nessun contatto è avvenuto tra Samuel e Chiara, pur essendo presenti entrambi in aula. “Stiamo cercando di evitare un contatto, è molto impattante”, ha precisato Moschioni
Samuel Granelli, ex fidanzato di Chiara Petrolini, avrebbe voluto prendersi cura dei due bambini nati dalla loro relazione, se solo avesse saputo della loro esistenza. Lo ha spiegato l’avvocato Monica Moschioni, legale del giovane, a margine dell’udienza sul caso dei neonati trovati sepolti a Traversetolo. “L'ho chiesto a Samuel e mi ha risposto sì. Si sarebbe dovuto organizzare, avrebbe voluto essere partecipe”, ha dichiarato. Per lui, oggi, la priorità è capire cosa sia accaduto e perché: “Ha la necessità sapere perché lo ha fatto”.
Chiara Petrolini, ex fidanzato Samuel Granelli avrebbe tenuto i bambini, avvocato Moschioni: “Ha la necessità sapere perché lo ha fatto”
A muovere Samuel non è solo la ricerca della verità giudiziaria, ma anche il bisogno umano di comprendere la ragazza con cui aveva condiviso una parte importante della sua vita. “Interessa sapere chi è Chiara, ma soprattutto perché lo ha fatto: è la sua necessità”, ha sottolineato l’avvocato Moschioni, difensore di parte civile per il giovane. Granelli, oggi 21enne, affronta questo momento con grande sofferenza, trovando supporto in un percorso psicologico volto ad aiutarlo a elaborare quanto accaduto. “Affronta il procedimento con sofferenza, che lo porta ad arrivare a scoprire qualcosa che non conosceva. Si fa accompagnare in un percorso di sostegno, vuole raggiungere la verità dei fatti”.
Durante l'udienza, nessun contatto è avvenuto tra Samuel e Chiara, pur essendo presenti entrambi in aula. “Stiamo cercando di evitare un contatto, è molto impattante”, ha precisato Moschioni, evidenziando quanto emotivamente destabilizzante sia questo confronto. Nessuno, ha spiegato ancora il legale, avrebbe mai potuto immaginare ciò che stava accadendo: “Nessuno si era accorto di nulla, non c'erano condizioni per sospettare della gravidanza”.
Il ragazzo ha conosciuto una Chiara diversa da quella coinvolta nell'inchiesta. “Samuel conosceva una Chiara prima dei fatti, con cui ha avuto una relazione come può avere un ragazzo di 21 anni, che non pensava potesse mai compiere l'azione per cui c'è questo processo. Adesso aspetta di scoprire chi è Chiara. Era sconvolto, non poteva crederci. Nell'immediatezza l'ha difesa, dicendo che non era possibile fossero figli di Chiara”.
La partecipazione al processo rappresenta per Samuel anche un gesto simbolico importante: “È un atto doveroso, come quello di riconoscere, dare un nome e sepoltura ai suoi bambini”. Alla domanda se avesse voluto tenere con sé i bambini, la risposta di Samuel non lascia dubbi: “L'ho chiesto a Samuel e mi ha risposto sì. Si sarebbe dovuto organizzare, avrebbe voluto essere partecipe”.