Paderno Dugnano, condannato a 20 anni Riccardo Chiaroni, nel 2024 uccise con 108 coltellate padre, madre e fratello 12enne
Secondo gli inquirenti, il giovane — oggi 18enne — sarebbe stato parzialmente capace di intendere e di volere al momento del triplice omicidio. Di diverso avviso la difesa, che sostiene invece una totale incapacità mentale
Vent’anni di reclusione: è questa la pena a cui è stato condannato Riccardo Chiaroni, il ragazzo che nella notte del 31 agosto 2024 ha ucciso i suoi genitori e il fratellino di 12 anni a Paderno Dugnano, nel Milanese, colpendoli con 108 coltellate. La sentenza arriverà al termine del processo con rito abbreviato.
Paderno Dugnano, condannato a 20 anni Riccardo Chiaroni, nel 2024 uccise con 108 coltellate padre, madre e fratello 12enne
Secondo gli inquirenti, il giovane — oggi 18enne — sarebbe stato parzialmente capace di intendere e di volere al momento del triplice omicidio. Di diverso avviso la difesa, che sostiene invece una totale incapacità mentale e, di conseguenza, la non imputabilità del giovane.
La Procura aveva contestato a Chiaroni il reato di omicidio volontario, aggravato da una lunga serie di circostanze, tra cui la premeditazione. Tali aggravanti, secondo i magistrati, prevarrebbero sulla semi-infermità mentale attestata dallo psichiatra Franco Martelli, autore della perizia depositata lo scorso 14 marzo.
"Viveva tra la realtà e la fantasia, voleva rifugiarsi in un mondo fantastico e per raggiungerlo era convinto di doversi liberare di tutti gli affetti", scrive Martelli nella sua relazione. In un interrogatorio, lo stesso Chiaroni aveva affermato: "Volevo essere immortale. Uccidendoli, avrei potuto vivere in modo libero".
Da qui la richiesta della Procura di infliggere il massimo della pena prevista per i minorenni, ovvero 30 anni di reclusione, da cui detrarre un terzo di sconto per via del rito abbreviato, arrivando così alla richiesta formale di 20 anni. Richiesta approvata dal giudice che ha emesso la sentenza.
La difesa di Chiaroni, rappresentata dall’avvocato Amadeo Rizza, soteneva invece che il giovane fosse affetto da vizio totale di mente al momento dei fatti e che quindi non sia imputabile. Il perito di parte, lo psichiatra Marco Mollica, ha confermato questa diagnosi, portando il legale a chiedere il proscioglimento del ragazzo.
Il Tribunale per i minorenni ha già disposto, nelle scorse settimane, che Riccardo Chiaroni venga sottoposto a cure psichiatriche specifiche, come indicato dallo stesso Martelli, nell’ambito di un percorso terapeutico mirato alla riabilitazione psicologica e psichiatrica del giovane.