Genova, rissa nel carcere di Pontedecimo tra gang sudamericane e nordafricane, feriti e agenti anti sommossa
Due detenuti sono stati portati in ospedale per essere medicati. I sindacati: "Situazione drammatica". Il giovane violentato a Marassi è ancora ricoverato
Ancora violenza nelle carceri liguri. Domenica sera nella casa circondariale di Genova Pontedecimo si è verificato un violento scontro tra detenuti ristretti al primo e al secondo piano dell'istituto. "Una vera e propria rissa - spiega il sindacato Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) -, le cui cause sono ancora in fase di accertamento, ha richiesto l'intervento urgente del personale di polizia penitenziaria e l'invio di ambulanze sul posto. Alcuni dei detenuti coinvolti risultano feriti". Due detenuti sono stati accompagnati all'ospedale San Martino per accertamenti, uno con una profonda ferita alla testa e l'altro con la sospetta frattura dello scafoide. Lo scontro ha coinvolto fazioni di sudamericani e nordafricani - secondo quanto spiega il sindacato - ubriachi per aver consumato alcol auto prodotto. Per riportare la calma sono intervenuti anche agenti da Marassi. "La situazione è drammatica in tutta la Liguria penitenziaria - denuncia Rocco Roberto Meli, segretario regionale Osapp -. Da La Spezia a Sanremo, da Imperia a Chiavari, da Pontedecimo a Marassi: ovunque il sistema è fuori controllo. I detenuti spadroneggiano senza freni, mentre il personale è abbandonato a se stesso. È ora di dire basta alle chiacchiere, agli slogan e alla propaganda sterile. Servono provvedimenti concreti, immediati e incisivi. Il personale è stanco, esasperato, allo stremo delle forze".
Intanto potrebbe essere necessario un intervento medico per rimuovere i tatuaggi osceni impressi sul volto del diciottenne detenuto al carcere di Marassi, vittima di una violenza sessuale da parte di quattro compagni di cella. Il giovane è ancora ricoverato all’ospedale San Martino di Genova. "Non sappiamo se la struttura sia attrezzata per questo tipo di rimozione", spiega il legale. Il ragazzo si trova attualmente in regime di arresti domiciliari. "Quando sarà dimesso vedremo dove potrà essere collocato", conclude. Nel frattempo, proseguono le indagini sulla violenza avvenuta in carcere e sulla rivolta che ne è seguita. La Procura ha identificato 80 detenuti coinvolti nella protesta esplosa dopo l’aggressione: per loro si ipotizzano i reati di devastazione e rivolta. Quanto allo stupro, i quattro presunti autori – riconosciuti dalla vittima – sono indagati per violenza sessuale.