Genova, l'ex assessore Gambino dopo l'indagine sulla corruzione si autosospende da Fratelli d'Italia
Resterà consigliere comunale. "Ho preso questa decisione per il profondo rispetto che nutro per le persone e per i valori fondanti del partito stesso"
Il consigliere comunale ed ex assessore Sergio Gambino si è autosospeso da Fratelli d’Italia dopo l’indagine avviata dalla procura di Genova, che lo ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione. “Pur certo di poter fornire la prova della correttezza di ogni mio comportamento, ho deciso di auto sospendermi dal mio partito di appartenenza, Fratelli d’Italia – ha scritto Gambino in una nota inviata dalla sua avvocata di fiducia, Rachele De Stefanis – Ho preso questa decisione per il profondo rispetto che nutro per le persone e per i valori fondanti del partito stesso. Proseguirò, invece, nel mio percorso di consigliere comunale per adempiere, con la trasparenza che mi ha sempre contraddistinto, al mandato che i cittadini mi hanno conferito”. Tra i fatti contestati a Gambino nell’ambito dell’inchiesta, gli appalti per la gestione dei minori non accompagnati, l’interessamento per bloccare una ispezione in un cantiere, pratiche burocratiche “velocizzate” e la rivelazione in anticipo di ispezioni oltre agli spostamento di transenne e fermate del bus per agevolare amici. Favori che avrebbe fatto a imprenditori compiacenti mentre era assessore, e per cui, secondo quanto emerge dal capo di imputazione allegato al decreto di perquisizione e sequestro avrebbe ottenuto in tutto oltre 100mila euro.
Nelle carte dell'inchiesta viene sottolineato il senso di impunità dei quindici vigili urbani indagati dalla Procura. accusati di falsità ideologica in verbali e atti destinati all'autorità giudiziaria, peculato e lesioni aggravate. Sul peculato le accuse sono a carico di un agente che, in seguito a un'operazione di sequestro di un immobile occupato abusivamente, avrebbe trattenuto per sè 1.200 euro, mentre un altro agente, in un'operazione legata allo spaccio di stupefacenti, avrebbe sottratto un piccolo quantitativo di cannabis, 0,26 grammi. Ci sono poi i pestaggi e come detto sarebbero tre, tutti nei confronti di persone arrestate di nazionalità straniera, uno dei quali un minorenne. I tre hanno riportato lesioni guaribili in tre, cinque e ventuno giorni. Gli episodi sarebbero avvenuti il primo gennaio 2024, il 13 febbraio 2024 e il 28 febbraio 2025, mentre i due episodi di peculato sarebbero avvenuti il 25 giugno e il 5 ottobre 2024. Per quanto riguarda il furto di 1200 euro (il reato è peculato trattandosi di pubblici ufficiali), in cui una delle vigilesse donne, dopo che un collega si era preoccupato visto che il proprietario della casa appena si era accorto dell’ammanco si era infuriato dicendo che avrebbe denunciato tutti, aveva detto: “ha detto che gli abbiamo fatto saltare 1500 euro ma non può provarlo. Siamo noi contro di lui e abbiamo attivato le bodycam che dimostrano che non abbiamo toccato niente. Può andare a fare denuncia dove vuole, tanto abbiamo attivato dopo e abbiamo i filmati”. L’obiettivo della perquisizione e del sequestro di ieri, che ha portato a trovare almeno un manganello nell’armadietto di uno degli indagati, come avevano raccontato le vigilesse e come ha confermato una delle vittime di un pestaggio, è anche quello di scoprire ulteriori eventuali reati anche proprio grazie alla chat incriminata, visto che le due agenti che hanno denunciato gli abusi nell’ottobre scorso, parlando di una prassi consolidata e sistematica, erano state immediatamente trasferite ad altro incarico.