Rivolta nel carcere di Marassi, 13 detenuti trasferiti e 22 in isolamento, agente perde una falange
I sindacati: "Polizia penitenziaria stremata, serve cambio dei vertici". Conferme sul regolamento di conti contro cinque reclusi dopo una violenza sessuale
Dopo la rivolta scoppiata ieri nel carcere di Marassi la polizia penitenziaria ha trasferito 13 detenuti e ne ha messi altri 22 in isolamento. A riferirlo è Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, che definisce “incredibile” quanto accaduto nel penitenziario genovese. Il sindacato ha espresso solidarietà con l’agente della penitenziaria del gruppo di intervento operativo che, durante le operazioni di messa in sicurezza, ha riportato l’amputazione di una falange, poi ricostruita presso l’ospedale San Martino: “Siamo solidali con il collega, che paga pesantemente le inefficienze del sistema e l’inerzia della politica”, dice il segretario nazionale Gennarino De Fazio.
All’origine dell’episodio un regolamento di conti nei confronti di cinque persone che nei giorni scorsi avrebbero violentato un altro ristretto: per lui sarebbe stato necessario l’accompagnamento in ospedale. “La polizia penitenziaria, già stremata nelle forze e mortificata nel morale, ha contenuto i tumulti con non poche difficoltà. Tutto questo – accusa Pagani – è il segno tangibile dello stato di degrado delle carceri, che non può essere affrontato con interventi meramente repressivi, come l’introduzione del reato impossibile di rivolta, ma agendo soprattutto sulla prevenzione attraverso l’umanizzazione delle condizioni di lavoro degli operatori e della detenzione”. Per quanto riguarda Marassi, Uilpa chiede subito “un cambio dei vertici, perché se oggi parliamo di rivolta sedata è solo grazie al sacrificio di uomini e donne del corpo di polizia penitenziaria, che dalle 13 di ieri e fino all’una di notte hanno impedito che i detenuti si impadronissero dell’intero istituto penitenziario. Occorre deflazionare la densità detentiva, far cessare il caporalato di stato che si realizza con il trattenimento in servizio di poliziotti penitenziari anche per 26 ore continuative, occorre rimpinguare compiutamente organici mancanti di 18mila agenti ed evitando che le pochissime assunzioni aggiuntive, 133 negli ultimi due anni e mezzo a fronte di oltre 6mila detenuti in più, finiscano negli uffici ministeriali. L’estate non è ancora iniziata, ma il clima nelle prigioni è già rovente”.
Duro pure l'intervento della Cisl Liguria, attraverso la sua Federazione della sicurezza: “In relazione ai gravi fatti accaduti a Marassi denunciamo la grave carenza di personale e il cronico sovraffollamento. Che affligge ormai ogni Istituto della Liguria dalla Spezia a Sanremo. Quanto accaduto ieri è la diretta conseguenza di anni di abbandono da parte dei vertici istituzionali, con i quali il personale della penitenziaria è costretto a convivere da troppo tempo. Le problematiche legate alla convivenza, per le ragioni che dicevamo, sono ad uno stato di estrema esasperazione che generano ormai quotidianamente situazioni e fatti gravi di cui il personale di polizia penitenziaria è stanco di affrontare da solo. Quello che è successo a Marassi poteva avere conseguenze molto più gravi se non cu fosse stato per il pronto intervento, professionale ed autorevole dei colleghi intervenuti a cui va la nostra completa gratitudine e massima solidarietà”, spiega la Fns Liguria, la federazione della sicurezza della Cisl.