Gaza, scrittrice ebrea Edith Bruck: “Soldati israeliani si ribellino a ordini disumani di Netanyahu, da Ue solo parole e nessun fatto”

La scrittrice denuncia l’equivoco globale che confonde l’identità ebraica con l’operato di Netanyahu, e sottolinea che in Israele ogni sabato ci sono manifestazioni contro “Bibi”

Edith Bruck, scrittrice ungherese naturalizzata italiana e sopravvissuta alla Shoah, alza la voce contro il governo di Israele e il genocidio in corso nella Striscia di Gaza. In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi, l’autrice, da sempre impegnata nella memoria dell’Olocausto, lancia un appello durissimo ai soldati dell’IDF chiedendo di “ribellarsi contro gli ordini disumani di Netanyahu”.

Scrittrice ebrea Edith Bruck su genocidio a Gaza: “Soldati israeliani si ribellino a ordini disumani di Netanyahu, da Ue solo parole e nessun fatto”

Ribellarsi, contestare il governo Netanyahu giorno e notte, disobbedire anche nell’esercito” è la richiesta che Edith Bruck rivolge a chi, secondo lei, dovrebbe opporsi attivamente a una linea politica e militare che considera profondamente ingiusta. “Quello che accade a Gaza è molto, molto doloroso per me, e credo che sia lo stesso per tutti. Netanyahu sta provocando uno tsunami di antisemitismo, perché tutti identificano gli ebrei con il governo israeliano”.

La scrittrice denuncia l’equivoco globale che confonde l’identità ebraica con l’operato di Netanyahu, e sottolinea che “la maggioranza degli ebrei e degli israeliani non è assolutamente d’accordo col governo Netanyahu”. In Israele, ricorda, ogni sabato si tengono manifestazioni contro l’esecutivo, “ma lui è sordo e cieco e si appoggia alla destra religiosa, che invoca la violenza in nome di Dio. Questo è terribile. Usare Dio per uccidere è una cosa mostruosa. Lo hanno fatto tutti, anche i nazisti”.

Secondo Bruck, la mobilitazione dovrebbe essere ancora più intensa. “I cittadini israeliani potrebbero protestare di più. Non solo il sabato, ma tutti i giorni, anzi giorno e notte. Anche assediando la casa-bunker di Netanyahu e della moglie. Questo è il momento di ribellarsi”. E, in particolare, lancia un appello ai militari: “Molti soldati non vogliono essere coinvolti nelle operazioni a Gaza. Io credo che tutti, nell’esercito, dovrebbero ribellarsi e non eseguire ordini che sono disumani. Bisogna dire di no. E poi nemmeno riusciamo a capire a che cosa si voglia arrivare nella Striscia”.

Bruck allarga poi la sua critica alla comunità internazionale, in particolare all’Unione Europea: “Parlano, parlano, parlano, ma non ci sono fatti. Niente cambia. Per l’Europa è sempre stato molto difficile intervenire perché si porta dietro una colpa infinita e imperdonabile, e quindi non vuole mettersi contro i governi di Israele”.

Un passaggio netto riguarda anche il ruolo degli Stati Uniti: “Gli Stati Uniti dovrebbero smettere di inviare armi a Israele, così gli attacchi a Gaza potrebbero finire. Non osano farlo, probabilmente, per le pressioni degli ebrei americani”.

Per la scrittrice la sola via d’uscita reale rimane una: “Creare uno Stato palestinese, a quel punto cambierebbe tutto”.