Trento, Zoe Anne Guaiti morta col feto per sepsi per “uso di latte crudo”, Apss smentisce: “Esclusa presenza di tracce di Stec”
Sul caso è intervenuto anche il virologo Burioni che ha dichiarato che ingerire latte crudo, per donne incinte e bambini, "è pericolo come fare una curva in contromano".
"Non sono state trovate tracce di Stec nelle verifiche poste a seguito della morte". Con queste parole nette medici e tecnici dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari del Trentino (Apss) smentiscono le ipotesi circolate nei giorni scorsi, che collegavano il decesso di Zoe Anne Guaiti, libraia 39enne incinta del terzo figlio, al consumo di formaggi a latte crudo.
Zoe Anne guaiti morta con il feto dopo sepsi, Apss smentisce la presenza di Stec legata ad assunzione latte crudo
La notizia della morte improvvisa della di Zoe Anne Guaiti, ha generato un’ondata di commozione e interrogativi. L’associazione tra la tragedia e il rischio rappresentato dai latticini non pastorizzati si è diffusa rapidamente, alimentata anche dai precedenti casi di cronaca in Trentino legati alla sindrome emolitico-uremica (Seu). In particolare, è tornato alla mente il drammatico caso di Mattia Maestri, il bambino in stato vegetativo dal 2017 dopo aver consumato formaggio a latte crudo in una malga.
Proprio la vicenda di Mattia ha spinto suo padre, Gian Battista Maestri, a farsi promotore di una battaglia pubblica per una maggiore informazione sui rischi connessi all’assunzione di questo tipo di prodotti, soprattutto da parte dei bambini. Le sue richieste di etichettature più chiare e avvertenze visibili sono diventate il simbolo di una campagna di sensibilizzazione a livello nazionale.
Anche in questo caso, diverse voci si sono espresse pubblicamente. Il virologo Roberto Burioni, interpellato dai media, ha ribadito che "il consumo di questi tipi di latticini è un rischio anche per le donne in stato di gravidanza, come fare una curva in contromano".
Ma le indagini sanitarie hanno preso una direzione diversa. Le analisi condotte dall’Apss non soltanto non confermano la presenza della pericolosa escherichia coli produttore di Shiga tossina (STEC), ma "escludono proprio questa causa", sebbene l’origine dell’infezione che ha colpito Zoe Guaiti resti al momento sconosciuta.
A contribuire al chiarimento anche le informazioni fornite dai familiari della donna. Ai medici che hanno raccolto la sua anamnesi alimentare, hanno riferito che Zoe, domenica, aveva consumato "insalata in busta, del pane e del pollo". Nessun formaggio a latte crudo, né insaccati, da lei sempre evitati per precauzione in gravidanza. La gita in montagna fatta quel giorno, dove la donna ha avvertito i primi sintomi, si è svolta con pranzo al sacco portato da casa.
La versione è stata confermata dalla legale della famiglia, Luna Panteca: "Non ho avuto nessuna informazione su un eventuale consumo di formaggio a latte crudo, né domenica né nei giorni immediatamente precedenti. L’Apss ha prelevato dei campioni di cibo a casa e sta facendo delle valutazioni. Va anche detto che non stiamo parlando di una sprovveduta, ma di una madre di due figli, il cui marito, farmacista, ha anche delle competenze specifiche".
Nel frattempo, la Procura di Trento ha aperto un fascicolo e ha disposto l’autopsia, effettuata nei giorni scorsi alla presenza anche di un perito nominato dalla famiglia. I risultati saranno fondamentali per comprendere con esattezza le cause della morte.
Quel che si sa al momento, come ribadito dall’avvocata Panteca, è che "l’unica cosa che al momento sembra certa è che è morta a causa di una sepsi, di un’infezione. Cosa l’ha causata, però, non è ancora noto".
Medici e infermieri dell’ospedale Santa Chiara sono rimasti colpiti dalla velocità con cui l’infezione ha compromesso le condizioni della donna. Un segnale allarmante che rende ancora più urgente risalire con precisione alla causa scatenante della sepsi, per evitare che tragedie simili possano ripetersi.