Bayesian, inquirente al GdI: “Impossibile affondamento barca a causa di vetro crepato all’interno, rotto a causa di pressione idrostatica dopo naufragio”
Il vetro in questione non è completamente rotto ma è crepato a ragnatela con bombatura verso la control room del veliero. Secondo un inquirente intervistato dal GdI, il vetro sarebbe così a causa della "pressione idrostatica"
Nelle ultime ore è uscita un’indiscrezione secondo la quale il Bayesian sarebbe affondato a causa di un “vetro rotto” all’interno dello yacht Perini Navi. Il vetro in questione, che si trova tra la sala macchine e la control room, in realtà è crepato e, secondo un inquirente intervistato dal GdI, sarebbe “impossibile che il naufragio sia avvenuto per questa causa; il vetro è crepato a causa della pressione idrostatica dopo l’accumulo d’acqua all’interno del relitto”.
Inquirente al GdI su “vetro rotto”: “Impossibile affondamento barca causa vetro crepato, così a cusa di pressione idrostatica”
Secondo alcune teorie uscite nelle ultime ore, il super yacht Perini Navi potrebbe aver avuto un guasto prima di arrivare nella rada di Porticello dove la notte tra il 18 e il 19 agosto è naufragato. Il guasto sarebbe dovuto dalla presenza di un “vetro rotto” all’interno del Bayesian, tra la sala macchine e la control room.
In realtà, il vetro in questione non è completamente rotto ma è crepato a ragnatela con bombatura verso la control room del veliero. Un inquirente intervistato dal GdI ha rivelato: “Impossibile che il Bayesian sia affondato a causa di un vetro crepato all’interno del relitto. Quel vetro, crepato a ragnatela, si trova tra la sala macchine e la control room e si è ridotto in quello stato a causa della pressione idrostatica creatasi all’interno della barca dopo aver imbarcato acqua ed affondata”. Infatti, da questo punto fermo proseguiranno le indagini dei pm di Termini Imerese Concetta Federico e Raffaele Cammarano, insieme al loro consulente, l’ingegnere navale Alessandro Biriaco, e alla Guardia Costiera.
Naufragio Bayesian, “casseforti aperte, pc, hard disk e memorie esterne già portate via, servizi segreti all’interno del relitto pochi giorni dopo l’affondamento”
Secondo quanto appreso da ambienti vicini alle indagini, il materiale informatico sensibile – tra cui computer, hard disk e memorie esterne – appartenente a Mike Lynch sarebbe stato rimosso dalle casseforti prima ancora dell’avvio delle operazioni ufficiali di recupero. Un’operazione silenziosa e rapidissima da parte dell’MI6, con cui Lynch aveva legami grazie alla sua azienda Darktrace. Lynch non era un imprenditore qualsiasi. Dopo la discussa vendita di Autonomy, nel 2011, aveva cofondato Darktrace, azienda di cybersecurity che vedeva nel Cda la presenza di ex ufficiali del MI5, del GCHQ e persino membri dei servizi americani e israeliani.
Cariche esplosive sul Bayesian
Intervistatati dal GdI, 2 inquirenti hanno rivelato che i servizi segreti avrebbero “piazzato cariche esplosive sullo scafo del veliero e fatte esplodere la notte tra il 18 e 19 agosto”. Inoltre, hanno aggiunto che “molto probabilmente le prove saranno occultate una volta che lo yacht sarà recuperato e spostato verso il porto di Termini Imerese”.