Omicidio Monreale, arrestato 19enne Mattias Conti dopo Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, individuato grazie ad un post sui social
Secondo la ricostruzione degli investigatori, anche Conti avrebbe aperto il fuoco contro la folla riunitasi in via Benedetto D’Acquisto, contribuendo alla strage
Mattias Conti, 19 anni, è il terzo giovane arrestato, dopo Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, per la strage avvenuta a Monreale nella notte tra sabato 26 e domenica 27 aprile. La sparatoria, scaturita da una rissa nel centro della cittadina alle porte di Palermo, ha provocato la morte di tre ventenni: Massimo Pirozzo, Salvo Turdo e Andrea Miceli. Il ragazzo è stato individuato grazie ad un post sui social.
Arrestato Mattias Conti dopo Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, avrebbe sparato ed esultato alzando le braccia al cielo
Conti, come gli altri due arrestati – Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto – è originario del quartiere Zen del capoluogo siciliano. L'accusa nei suoi confronti è pesantissima: concorso in strage, lesioni personali aggravate, detenzione illegale e porto abusivo di arma da fuoco. Il provvedimento è stato eseguito su disposizione della Procura di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, anche Conti avrebbe aperto il fuoco contro la folla riunitasi in via Benedetto D’Acquisto, contribuendo alla strage. Sarebbe stato, infatti, il secondo a sparare, dopo Calvaruso. “Il 19enne fermato oggi dai carabinieri sarebbe il secondo giovane ad aver impugnato la pistola e sparare, insieme al coetaneo Salvatore Calvaruso che è stato il primo dei tre fermati”, si legge negli atti.
Fondamentale per l’identificazione di Mattias Conti è stata una fotografia condivisa sui social dalla fidanzata di una delle vittime. Lo scatto, effettuato poco prima della sparatoria, ritrae Conti e Calvaruso insieme, con indosso gli stessi abiti poi riconosciuti nei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Il giovane indossava un piumino e scarpe scure. Alcuni testimoni oculari lo hanno poi riconosciuto, confermando la sua presenza sulla scena del crimine.
A rafforzare il quadro accusatorio, anche la testimonianza di uno dei presenti alla sparatoria, che ha raccontato un dettaglio significativo: “Lui è quello sul motore grosso, aveva un giubbotto bianco e il casco Momo Design grigio opaco con le scritte nere – ha raccontato – Lui era seduto dietro questa moto (come passeggero), che era un GS (preciso di aver visto i borsoni laterali), il suo giubbino era bianco con le cuciture tipo Blauer. Dopo la prima raffica di colpi io mi ero allontanato, quindi tornavo indietro verso la piazza e in quel momento vedevo arrivare verso di me, sulla strada, il GS: a bordo c'era il soggetto in foto e io lo vedevo che, mentre stringeva in una mano il casco descritto prima, alzava entrambe le braccia in aria, come per fare un segno di vittoria”.