Comunità ebraica di Roma contro Papa Francesco, rabbino Toaff: "Non partecipiamo al lutto, non ha sostenuto Israele e Netanyahu senza se e senza ma, colpa imperdonabile"
Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni: "La condanna della guerra quando è monolaterale e monotematica è sospetta"
Ariel Toaff, rabbino e storico italiano, si è espresso sulla morte di Papa Francesco. Secondo Toaff, figlio del defunto rabbino capo di Roma Elio Toaff, la comunità ebraica di Roma non parteciperebbe al lutto del mondo cattolico per la scomparsa del Pontefice, in quanto Francesco non avrebbe preso una "posizione netta a favore di Israele". Contro Papa Francesco anche Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica di Roma, che a gennaio aveva accusato il Pontefice di aver "rovinato il rapporto con gli ebrei", e il rabbino capo di Trieste Alexander Meloni, che l'ha definito come "estremamente problematico per il mondo ebraico".
Comunità ebraica di Roma contro Papa Francesco, rabbino Toaff: "Non partecipiamo al lutto, non ha sostenuto Israele e Netanyahu senza se e senza ma, colpa imperdonabile"
In un post su Facebook, Ariel Toaff ha scritto chiaramente le motivazioni per cui la comunità ebraica di Roma non sta partecipando al lutto cattolico: "Gli ebrei di Roma e il rabbino Riccardo Di Segni che li rappresenta, non partecipano al lutto del mondo cattolico per la morte di papa Francesco perchè gli hanno imputato di non aver preso una posizione netta a favore di Israele. Per chi, come gli ebrei di Roma, è imperativo sostenere la politica del governo israeliano e di Netanyahu senza se e senza ma, questa è una colpa imperdonabile. Sono ormai lontani i tempi del caloroso, tollerante e comprensivo dialogo ebraico-cristiano portato avanti con coraggio e tra mille difficoltà interne dal rabbino di Roma Elio Toaff e da papa Giovanni Paolo II".
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma: "Ha rovinato i rapporti con gli ebrei"
"La condanna della della guerra quando è monolaterale e monotematica è sospetta. Un Pontefice non può dividere il mondo in figli e figliastri. E dunque deve denunciare le sofferenze di tutti", queste le parole pronunciate il 17 gennaio da Riccardo Di Segni sulla posizione di Papa Francesco in merito alla guerra a Gaza. "Sono pienamente d’accordo. Solo che è esattamente quello che il Papa non fa. Sappiamo che ogni giorno è al telefono con il parroco di Gaza. Quante telefonate ha fatto in Sudan, Siria, Etiopia, Congo, Yemen? Quante volte ne ha parlato? Non lo sappiamo. Però sappiamo che con l’appoggio mediatico della Chiesa Israele è tornata sul banco degli imputati”, ha continuato il rabbino capo di Roma, "Questo è un momento nel quale sembra che la chiesa, o una parte della chiesa, stia cedendo di nuovo alla tentazione di tagliare i ponti con l’ebraismo. La guerra che si è scatenata dal 7 ottobre ha avuto tra le sue vittime collaterali il dialogo ebraico- cristiano".
Alexander Meloni, rabbino capo di Treiste: "È stato un papa estremamente problematico per il mondo ebraico"
Alexander Meloni, rabbino capo della comunità ebraica di Trieste si è espresso con la stessa linea: "È stato un papa estremamente problematico per il mondo ebraico. È un papa che ha risvegliato certe estensioni nel rapporto tra ebraismo e cristianesimo di cui abbiamo risentito molto, soprattutto dopo il 7 ottobre, nelle sue prese di posizione. Anche se devo dire che il suo ultimo intervento, quello che ha fatto ieri l'ho percepito come una presa di coscienza che si era addentrato in un cammino pericoloso". .