Morte Papa Francesco, l'arcivescovo scomunicato Viganò: "Anti-Papa, ha distrutto la Chiesa, renderà conto dei suoi crimini"

Le parole dell'ex arcivescovo scomunicato nel luglio del 2024 per "scisma"

Dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta ieri alle 7.35, sono molte le personalità che hanno reso omaggio al Pontefice ricordandolo con alcune parole. Sergio Mattarella lo ha definito "Un punto di riferimento"; Donald Trump, che ha confermato la sua presenza ai funerali del Pontefice, lo ha descritto come "un uomo buono che amava il mondo". Non è dello stesso avviso invece Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti e arcivescovo scomunicato. Viganò definisce Francesco, in un post su X, come un "Anti-Papa" che "ha usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa", e che ora dovrà "rendere conto dei suoi crimini". 

Morte Papa Francesco, l'arcivescovo scomunicato Viganò: "Anti-Papa, ha distrutto la Chiesa, renderà conto dei suoi crimini"

Carlo Maria Viganò è stato scomunicato da Papa Francesco nel 2024 con l'accusa di "scisma". L'arcivescovo, come si legge nella sentenza, "ha rifiutato la comunione con il Vescovo di Roma e la Chiesa cattolica, entrando in uno stato di scisma". Viganò non ha mai nascosto la sua opposizione verso Francesco, riferendosi a lui anche come "un tiranno fuori controllo", e ora che è morto ha scelto di dire la sua. Con un post su X, l'arcivescovo scomunicato rivolge le ultime parole a quello che definisce "Anti-Papa".

Queste le sue parole: "Nel 2018, Eugenio Scalfari riferì le parole che Bergoglio gli avrebbe confidato a proposito della sua visione dell’Aldilà: “Le anime peccatrici non vengono punite: quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici”. Questi farneticamenti ereticali si oppongono direttamente alla Fede cattolica, la quale ci insegna che esiste per tutti un Giudizio particolare, cui Bergoglio non ha potuto sottrarsi. La sua anima non è dunque scomparsa, né si è dissolta: egli dovrà rendere conto dei crimini di cui si è macchiato, primo fra tutti l’aver usurpato il soglio di Pietro per distruggere la Chiesa Cattolica e perdere tante anime. Ma se questo non-papa e anti-papa non potrà più nuocere al Corpo Mistico, nondimeno rimangono i suoi eredi, gli eversori che egli ha invalidamente creato “cardinali” e che da tempo si organizzano per assicurare un continuatore della rivoluzione sinodale e della destrutturazione del Papato. A dar loro manforte, accorrono i Cardinali e i Vescovi conservatori che si sono ben guardati dal mettere in discussione la legittimità di Jorge Bergoglio. È su costoro che grava la maggiore responsabilità per gli esiti del prossimo “conclave”".