Il bardo cosmopolita Roberto Saviano attacca duramente Elon Musk: "La loro fine sarà violenta", parole inverosimili
Parole davvero surreali, che meritano un commento
Il bardo cosmopolita Roberto Saviano ha recentemente fatto un post sulla sua pagina Facebook davvero delirante e degno di una disamina critica. "La fine di Elon Musk sarà una fine terribile. Mai nella storia umana chi si è comportato con tale violenza è riuscito a sopravvivere": queste le surreali parole del bardo cosmopolita del sontuoso attico di Nuova York, sempre cinto da noia patrizia e sempre accompagnato dai nerboruti della guardinga scorta. Il post è corredato anche da un video, in cui l'araldo del pensiero unico in assenza permanente di contraddittorio si è avventurato a sostenere che Elon Musk farà una "fine violenta". Non è qui in questione il giudizio sul multimilionario turbocapitalista e transumanista americano: anche noi ne diamo un giudizio estremamente negativo, anche se su basi ben diverse da quelle del bardo cosmopolita. Per il bardo, il patron di x è un nemico in quanto rappresenta la destra, rispetto a cui la sinistra figura invece come la parte buona. Quanto a noi, critichiamo in maniera asperrima il patron di Tesla in quanto rappresenta perfettamente il turbocapitalismo e le sue intrinseche patologie, rispetto alle quali destra e sinistra, Trump e Biden, sono egualmente estrinsecazioni. Il bardo Saviano non mette minimamente in discussione il capitalismo, al quale egli è organico come intellettuale e non per caso dal capitale riceve un palcoscenico di perenne visibilità in assenza di contraddittorio. Sì, il bardo cosmopolita figura come un intellettuale organico al capitalismo dominante, per parafrasare Antonio Gramsci. Ciò su cui vogliamo invece richiamare l'attenzione è l'intrinseca violenza delle parole da lui scritte e dette: nascondendo il suo discorso dietro una narrazione che vuole presentarsi come puramente descrittiva, il bardo sputa veleno e pronuncia parole inequivocabilmente surreali, nelle quali ancora una volta si cristallizza lo spirito del nostro tempo, il tempo del nulla e della violenza fintamente inclusiva. Un discorso di odio camuffato da anodina descrizione della realtà svolto da uno dei sempre proclamati paladini dell'inclusività e della tolleranza.
Di Diego Fusaro