Processo omicidio Saman Abbas, in appello chiesto ergastolo per tutta la famiglia, la pg Marzocchi: “Azione inumana e barbara”
La Procura generale di Bologna ha chiesto l’ergastolo per tutti e 5 i familiari imputati nell’omicidio di Saman Abbas. Per la pg si tratta di un’“azione inumana e barbara”
Nel processo d’appello per l’omicidio di Saman Abbass, uccisa la notte tra il 30 aprile e 1° maggio nelle campagne di Novellara (Reggio Emilia), è stato chiesto l’ergastolo per tutta la famiglia della ragazza pakistana. Per la pg Silvia Marzocchi si è trattata di “azione inumana e barbara”.
Chiesto l’ergastolo per tutta la famiglia di Saman Abbas
La Procura generale di Bologna ha chiesto la condanna all’ergastolo per tutti e cinque i familiari imputati per l’omicidio di Saman Abbas. Ad essere chiamati in causa sono il padre, la madre, lo zio e i due cugini della giovane, accusati di aver agito in concorso nell’assassinio della ragazza, colpevole, secondo loro, di aver rifiutato un matrimonio combinato e di aver scelto di vivere libera.
La richiesta di condanna è stata avanzata al termine della requisitoria nel processo d’appello dalla procuratrice generale Silvia Marzocchi, che ha chiesto una sentenza esemplare, capace di restituire piena giustizia a Saman. Davanti alla Corte, la pg ha pronunciato parole nette: una sentenza “che restituisca a Saman il ruolo di vittima di un’azione inumana e barbara, compiuta in esecuzione di una condanna a morte pronunciata dall’intera famiglia”.
Secondo la Procura generale, il movente del delitto sarebbe legato alla determinazione della giovane di autodeterminarsi, rifiutando le imposizioni familiari e ribellandosi a un destino già scritto. “Saman è stata condannata a morte da tutta la famiglia”, ha affermato Marzocchi, sottolineando come il video registrato il 29 aprile, il giorno prima della scomparsa della ragazza, costituisca una prova evidente della premeditazione del delitto.
La requisitoria della pg Silvia Marzocchi
Nel corso della requisitoria, ripresa oggi dopo l’udienza di venerdì scorso, la procuratrice ha chiesto alla Corte la riforma della sentenza di primo grado. In particolare, ha domandato l’ergastolo per i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, attualmente a piede libero dopo essere stati assolti in primo grado, riconoscendo per loro tutte le aggravanti contestate e senza concedere attenuanti. Ha inoltre chiesto la conferma della condanna all’ergastolo per i genitori di Saman, con l’aggiunta delle aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti e futili, e l’ergastolo per lo zio Danish Hasnain, con la richiesta di un anno di isolamento diurno per tutti gli imputati.
Una parte significativa della requisitoria è stata dedicata alla figura del fratello di Saman, minorenne all’epoca dei fatti. “Ha visto uccidere la sorella sotto gli occhi impassibili dei genitori, viene costretto a una fuga da clandestino. E non solo. Tutti lo perseguitano, pretendano che copra le responsabilità degli uccisori. Qualunque cosa dica o faccia, le conseguenze sono pesantissime. Gli è stato chiesto di immolarsi”, ha dichiarato la procuratrice generale. Il ragazzo, ha ricordato ancora Marzocchi, “ha cercato di sottrarsi, poi di dire quello che sapeva”, ribadendo come “non aveva nessun interesse a deporre contro i familiari”.