Papà contro il vaccino Covid ai figli minori: il tribunale di Milano gli leva l'affido, poi lo toglie anche alla madre e assegna i bambini ai Servizi Sociali

Nonostante il parere di un'immunologa consultata dal padre, la quale aveva prescritto specifici approfondimenti diagnostici per la ragazza, i giudici ritengono non solo di dare il via libera alla terza inoculazione (sulla base di un certificato fornito da un medico di base che, secondo il padre, mai aveva visitato la giovane), ma anche di punire l’uomo con l'alienazione parentale

La notizia viene da Il Giornale d'Italia e racconta una delle pagine più tristi di quella stagione, in cui la demonizzazione del "no vax" ha giustificato atti (vedi alla voce portuali di Trieste) che in altri contesti avrebbero sollevato l’indignazione collettiva. Siamo verso la fine dell'emergenza pandemica, e questa volta il protagonista è un padre separato che si è visto togliere l'affidamento dei suoi due figli minori per essersi opposto alla somministrazione dei vaccini anti Covid.

I fatti risalgono alla primavera del 2022, quando ormai era chiaro anche ai più accaniti sostenitori dei sieri che le inoculazioni contro il Covid non impedissero la trasmissione della malattia. I due minori in questione, all'epoca 13 anni il ragazzo e 16 anni la femmina, hanno già ricevuto le prime due dosi per volere della madre, ma senza il consenso del padre. La figlia, inoltre, ha riscontrato effetti collaterali significativi dopo la seconda dose, come blocco del ciclo e tachicardia. Di fronte a questo rischio, il padre decide di mandare una diffida per impedire la somministrazione della terza dose a entrambi i figli. A questo punto, racconta Il Giornale d’Italia, la madre si rivolge al Tribunale di Milano.

Nonostante il parere di un'immunologa consultata dal padre, la quale aveva prescritto specifici approfondimenti diagnostici per la ragazza, i giudici ritengono non solo di dare il via libera alla terza inoculazione (sulla base di un certificato fornito da un medico di base che, secondo il padre, mai aveva visitato la giovane), ma anche di punire l’uomo con l'alienazione parentale. In altre parole, dispongono "l'affidamento esclusivo di entrambi i figli alla madre, pro vax", si legge nell’articolo, "rimettendo a lei in particolare ogni decisione di maggior interesse per quanto riguardava il più piccolo dei figli: in pratica tutte le scelte relative all'istruzione, all'educazione, alla salute, alla residenza".

Successivamente, il padre riesce a parlare con la figlia convincendola a non sottoporsi alla terza inoculazione (compiuto il diciottesimo anno di età, si trasferirà da lui). Il figlio minore, allontanato dalla figura paterna, segue invece una via diversa. In questi anni cui la nona sezione del Tribunale di Milano ha abbandonato il minore alle “cure” della madre eliminando quelle del padre, si legge nell'articolo, "impedendogli di fatto anche di stargli vicino, seguirlo e indirizzarlo, lui inizia a bere, a fumare non solo tabacco, a frequentare giri discutibili".

A scuola un crollo dei risultati e del comportamento, con assenze e ritardi come prassi, situazione che rischia di minare irrimediabilmente il suo futuro. Nel frattempo, arriva la sentenza della Corte d'Appello che, "non potendo stravolgere il verdetto di primo grado", toglie "l’affido del minore anche alla madre, affidando l'oramai sedicenne ai servizi sociali, e collocandolo, purtroppo, sempre presso la madre". Qui la situazione si aggrava ulteriormente, perché di fronte all'insonnia del ragazzo una psichiatra del Policlinico di Milano, senza il consenso del padre né quello dei servizi sociali, gli prescrive un medicinale per farlo dormire "con gravi effetti avversi e 96 ore di "strascico”, con la conseguenza che le assenze a scuola sono arrivate a tre settimane".

"Nonostante l'ultima sentenza di dicembre 2024, che ha tolto la potestà alla madre e l'ha affidata ai servizi sociali", ha raccontato questo padre, che chiede di rimanere anonimo, alla Verità, "non è cambiato nulla: la madre fa quello che vuole e siamo arrivati alla medicalizzazione di mio figlio. La settimana scorsa, solo per queste medicine, ha saltato tre giorni di scuola, quella prima altri tre, e questa settimana siamo già due. Invece di curare i suoi problemi psicologici, fisici, sociali e familiari, lo medicalizzano. Non è il modo di risolvere un problema, anzi magari ne aggiunge un altro".

Tribunale di Milano toglie affido al padre, Corte d'appello lo toglie alla madre, figli affidati ai Servi Sociali, il minore viene medicalizzato

Dopo che il Tribunale di Milano ha tolto l'affido dei figli minori al padre e che la Corte d'appello lo ha tolto alla madre assegnando i ragazzi ai Servizi Sociali, "il minore è sballottato, non ha più punti di riferimento - spiega il padre -. Ha iniziato da tempo a bere, a fumare, non solo sigarette, passa le giornate alla playstation e a guardare le serie di Netflix, bighellonando in giro, zero sport e zero interessi. Va a dormire tardi, non si addormenta e si sveglia tardi. Fa molte assenze a scuola".

"La madre porta il minore dallo psichiatra della Uonpia, presso la IRCSS del Policlinico di Milano - spiega il padre -. La psichiatra della strutturasenza neanche sentire o informare preventivamente il padre della possibile opzione, in totale autonomia decisionale insieme alla madre del minore, non più detentrice della potestà genitoriale, e senza neanche aver sentito i Servizi Sociali, assegnatari del minore stesso, ha deciso di medicalizzare il ragazzinoImposta una terapia medica come "cura" di problemi familiari e sociali. Da quando il figlio inizia ad assumere l'ATRAX, le assenze a scuola aumentano ancora di più e il padre diffida l'Uonpia".

Di Matteo Lorenzi

Fonte: La Verità