Genova, nessuno è iscritto all'albo dei fisioterapisti, i Nas chiudono un centro di cura in centro

Il titolare della struttura di Carignano e le due dipendenti sono indagati per esercizio abusivo di professione. Acquisite le testimonianze dei pazienti

La Procura e i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Genova hanno sequestrato un centro fisioterapico in via Corsica, nel quartiere di Carignano. Accusando il titolare della struttura e le due dipendenti di non avere titoli per utilizzare alcuni macchinari - che prevederebbero quantomeno la supervisione di un medico - né per svolgere sui pazienti trattamenti fisioterapici. Stando alle verifiche degli inquirenti, nessuno dei tre è iscritto all’albo regionale della professione sanitaria di fisioterapista della Liguria. Sono indagati per esercizio abusivo di una professione. Il sequestro, chiesto dal sostituto procuratore Giuseppe Longo e disposto dalla giudice per le indagini preliminari Elisa Campagna, è scattato l’altro giorno. 

L’indagine è nata durante una serie di controlli svolti dal Nas nell’ambito di una campagna nazionale, che aveva come obiettivo quello di individuare casi di abuso di professione in ambito sanitario. Così, nell’aprile del 2024, i militari entrano nella struttura di via Corsica, trovandovi due clienti e una dipendente. Ma anche una serie di apparecchiature. Fra le quali un macchinario per la criolipolisi. Cioè un trattamento che serve a disgregare e ridurre la presenza di grasso nei tessuti attraverso il suo raffreddamento. Per i carabinieri del Nas, un genere di terapia che deve essere svolta da un medico o sotto il suo controllo. I militari chiedono al titolare del centro la documentazione relativa a tutti i macchinari presenti. E lui consegna tutte le specifiche. È da lì che emergono i primi dubbi sulla possibilità di utilizzare nella struttura di Carignano l’apparecchiatura per la criolipolisi. Anche perché, scoprono i militari, chi gestisce il centro possiede un titolo di massaggiatore e massiofisioterapista, ma non è iscritto all’albo dei fisioterapisti. E le due dipendenti sono state assunte, secondo quanto testimoniano i contratti acquisiti, come impiegate.

Eppure, proprio il giorno del primo sopralluogo, i due pazienti presenti indicano una di loro come l’esecutrice dei trattamenti. Uno di magnetoterapia per un problema alla schiena, l’altro di massofisioterapia per il recupero successivo a una frattura. Senza che la donna, sostengono i carabinieri, abbia alcun titolo abilitante. Viene acquisita l’agenda della struttura ed emergono gli appuntamenti sempre per la criolipolisi. Pubblicizzata anche sulla pagina Facebook del centro. Ma non solo, visto che i carabinieri ascoltano come testimoni diversi pazienti e scoprono che questi si erano recati in via Corsica anche per trattamenti di fisioterapia di varia natura. Come le onde d’urto, la tecarterapia e la kinesiterapia, utile per riacquistare mobilità dopo interventi chirurgici. Ma anche la ionoterapia.